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Putin sposta la sedia indietro di un metro e invade la Lettonia

Foto Credits: Screen Youtube

MOSCA – In queste ore drammatiche in cui si moltiplicano le analisi geopolitiche per comprendere le prossime mosse di Vladimir Putin, si cerca di capire anche lo stato mentale del dittatore, per cui trovano spazio diverse interpretazioni sul linguaggio non verbale e sulla prossemica dell’autocrate russo.

Tra le immagini che hanno catturato l’attenzione degli osservatori, negli ultimi giorni, c’è quella in cui Putin siede a capo di un lunghissimo tavolo mentre i suoi interlocutori lo ascoltano dal capo opposto, a una distanza che sarebbe sembrata eccessiva perfino a Massimo Galli durante la prima ondata della pandemia.

Tra le possibili interpretazioni di questo comportamento c’è quella secondo cui i suoi più stretti collaboratori, dopo avergli leccato il culo per anni, ora soffrono inevitabilmente di un importante problema di alitosi che infastidisce lo stesso Putin (pur trattandosi del suo stesso culo). Ma l’interpretazione che ci sentiamo di condividere è di stampo prettamente psicanalitico: per Putin quell’enorme tavolo rappresenta un prolungamento del suo pene. Ogni volta che si siede a capotavola è come se dicesse a tutti “Ehi, guardate, ho un lungo cazzo in legno di betulla siberiana, non come i leader occidentali ricchioni che siedono dietro a tavolini da tè”.

E quel tavolo diventa ogni giorno più lungo grazie a Sergej Molotok, falegname di San Pietroburgo (lo stesso che costruì il lettone regalato a Berlusconi) che è diventato uno degli uomini di fiducia di Putin, insieme al suo assaggiatore e a quello che gli segnala gli oppositori da eliminare.

Molotok ogni mattina sostituisce il tavolo dello studio di Putin con uno leggermente più lungo, costruito appositamente durante la notte per assecondare il cazzodurismo del suo capo. Ma il tavolo sta raggiungendo dimensioni preoccupanti e c’è chi ha notato, nella foto che circola in questi giorni, un’evidente tensione sui volti dei collaboratori di Putin: loro sono consapevoli, infatti, che il tavolo del dittatore si è allungato talmente tanto da arrivare a un passo dal confine con la Lettonia. Un minimo spostamento all’indietro della sua sedia potrebbe causare l’invasione di un paese NATO, dando il via a un’escalation che porterebbe inevitabilmente a una guerra nucleare.

Ed è quello che è successo nella tarda serata di ieri, durante una riunione tra Putin e la sua coscienza (quindi tra Putin e una sedia vuota): a un certo punto il leader russo ha spostato la sedia indietro per chinarsi a dare dei croccantini a un oligarca e così facendo ha di fatto invaso la Lettonia. Per fortuna Putin ha messo al di là del confine solo il suo culo e questo non ha fatto scattare la risposta della NATO, “in quanto il culo, benché appartenente a un criminale di guerra, non è considerato un’arma, anzi”, ha detto il Segretario Generale della NATO Stoltenberg, che poi ha invitato Putin a farlo di nuovo, magari allargando le chiappe con le mani.

Eddie Settembrini

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