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Cremlino: “Non raderemo al suolo Kiev ma dovrà prendere il nome di Putinburgo”

Foto Credits: PiqselsKremlin.ru

Mosca (nun fa’ la stupida quest’anno) – Sono giorni come tutti gli altri per il pianeta Terra, tra pandemie che aumentano e diminuiscono, crisi climatiche che tutti fan finta di non vedere, la Juve che cede giocatori a parametro zero… Chi invece sta vivendo giorni decisamente particolari è Vladimir Vladimirovič Putin, che da un po’ di tempo non comprende perché diverse nazioni del mondo ce l’abbiano con lui al punto che nemmeno i Måneskin vogliono esibirsi in Russia.

Qualcuno ha provato a spiegargli che forse invadere un paese straniero senza una del tutto chiara motivazione avrebbe potuto provocare anche solo il minimo risentimento di una qualche nazione. Beh, quel qualcuno nessuno l’ha più visto, pare sia stato adibito a una mansione molto delicata: assaggiatore di polonio.

Il leader del Cremlino è francamente sconcertato dall’ipotesi che il mondo sia indispettito con lui per l’invasione dell’Ucraina: “Io ho sempre palesemente motivato la mia decisione: difendere i russofoni in Donbass, o era denazificare il paese, o forse avevo detto che volevo che l’Ucraina rimanesse uno stato cuscinetto tra noi e la Nato, o forse era soltanto perché gli sketch di Zelensky mi hanno sempre fatto cagare. Boh, eppure ero certo che un motivo ci fosse“.

C’è anche da dire che allo zar dice tutto male: l’idea di denazificare l’Ucraina poteva anche rivelarsi un’ottima trovata di marketing, ma vai a sapere che il suo presidente ha genitori ebrei, ha perso parenti nella Shoah e ha un nonno che combatté in una divisione di fanteria dell’Armata Rossa contro l’esercito tedesco durante la II guerra mondiale! Come se non bastasse, i bombardamenti russi non sono andati a colpire l’edificio in cui viveva un 96enne sopravvissuto alle reclusione in ben quattro campi di sterminio? “Certo che questa è proprio sfiga“, si difende Putin, “quanti sopravvissuti ci possono essere in una città ucraina? Uno? E lo vado subito a colpire io!”

Le cose non sembrano destinate a migliorare nei prossimi giorni: la resistenza ucraina che si rivela più forte di quello che gli aveva confidato Stalin in sogno, hacker che rivelano il vero numero di soldati russi morti, gli oligarchi che mugugnano perché non possono più bere il Brunello di Montalcino con l’orata in Versilia, Berlusconi che non lo invita alle sue finte nozze, il mondo che lo paragona a Hitler nonostante lui coi baffi starebbe molto meglio del Führer, Loro Piana che prende le distanze perché ha sfoggiato una loro giacca durante una credibilissima adunata di massa: “Prendono le distanze da un plurimiliardario dittatore? E chi dovrebbe spenderli 12.000 euro per un giubbotto? Un rider?

Ad ogni modo, Putin stanco dell’astio del mondo rivolto contro di lui ha pensato di concedere un gesto di magnanimità ai fratelli ucraini: “Ho deciso di risparmiare la capitale Kiev a patto che venga rispettata una condizione: che la città prenda il nome di Putinburgo. Lo faccio soprattutto perché russi e ucraini sono un solo popolo, e infatti non so più chi sto deportando ma sono certo che sarà la prossima rivelazione che mi farà Stalin in sogno. Io, comunque, resto tranquillo, perché non importa quale gesto riprovevole possa compiere, ci sarà sempre qualcuno in Italia che cercherà di giustificare le mie azioni“.

Augusto Rasori

P.S. Ovviamente la scelta è caduta su Putinburgo in modo che qualcuno possa commentare “Meglio Putingrado”

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