Paperopo (Li) – Un grido di dolore si sta levando da qualche tempo in tutto il Paese. Decine, anzi centinaia, anzi migliaia, anzi decine di migliaia di uomini e donne (ma più che altro uomini) di età indefinita (ma più che altro boomer), continuano a soffrire ogni santo giorno per colpa di un vizio duro a morire, così radicato nella loro mente da non lasciare spazio ad altro. Ma forse c’è uno spiraglio di luce per queste povere persone che hanno fatto solo una scelta sbagliata nella vita: la cocaina. Loro sono collezionisti di fumetti e sono ormai allo stremo: solo la polvere bianca può salvarli.
“È stata una mia idea – ammette Ragusto Ausori, avido collezionista di carta disegnata sin dal lontano 1950, cioè venti anni prima della sua nascita – è come una malattia, lo so. Avevo lasciato la lista dei fumetti di cui ero interessato nella mente dei miei genitori prima ancora del concepimento (e prima ancora che si conoscessero), e gli avevo detto di mettermeli in casella così poi, alla nascita, avrei già avuto una bella serie di albi da leggere. I fumetti sono stati la mia rovina da sempre: pensi che ad ogni trasloco che ho fatto dovevo scegliere se portare con me gli elettrodomestici o i fumetti. E ho sempre scelto i fumetti. È una vita che mangio cibo in scatola, cioè proprio nelle scatole che usavo per trasportarli!”.
Ma il collezionismo, si sa, può diventare un hobby piuttosto dispendioso e Ausori lo spiega bene: “Negli ultimi anni le materie prime sono aumentate tantissimo, poi ci sono i costi di trasporto, gli inchiostri, i terremoti, una tremenda inondazione, le cavallette! Non è mai colpa degli editori, lo giuro su Dio, loro fanno quello che possono, tipo aumentare i costi ai lettori! E per questo motivo ci siamo ritrovati in pochi anni a spendere quasi il doppio per albi che ora hanno la metà delle pagine, o per cartonati di 10 euro, o per variant create solo in nome del Santo capitalismo. Sì, lo so: non si può fare un mero calcolo di costo per pagina e io non voglio farlo, ma il tizio della banca mi dice che forse devo iniziare a farlo sennò tra poco mi ritrovo il conto in rosso. Per questo motivo ho deciso di passare alla cocaina: droga per droga almeno mi costa meno”.
E non sono pochi i collezionisti che hanno preferito questo switch tra il mondo della carta illustrata e quello della farina pagata al grammo, ce ne parla anche l’illustre presidente dell’associazione ‘Le fiere del fumetto non sono fiere del fumetto ma un carrozzone di roba un tanto al chilo’ Michele Salvetti: “A me piacevano prima, le fiere, Dio Asterix. Io andavo lì, con gli amici nerd e brufolosi, ed ero persino il più figo della compagnia. Non vi dico quando vedevamo una ragazza … ci bloccavamo per minimo sette giorni per non farci notare, non sia mai che ci venisse a parlare, bei tempi. Ora a tutte le fiere è un tripudio di maschi, femmine, ragazzini, esseri nati persino dopo il 2000 che parlano di qualunque cosa ma non di fumetti. E noi, veri fan, costretti a sentire blasfemie su chi sia più sexy nei film tra Thor e Capitan America. Mica come noi che giudicavamo chi fosse più sexy, sui fumetti, tra Emma Frost e Tempesta!”
“È un mondo difficile, ma a problemi enormi si risponde con misure drastiche – commenta Salvetti – io a mia madre ho sempre detto che se avessi speso in cocaina tutto quello che ho speso in fumetti ora avrei certamente più armadi liberi in casa. E forse anche lei, visto che non sarei più in vita e quindi avrebbe potuto buttare tutta la mia roba. Scommetto che molte cose me le ha già buttate, in realtà, è il trauma comune di ogni amante di fumetti. Ma se gli aumenti continueranno tra poco arriveremo ad accendere un mutuo solo per aprire una casella dal nostro fumettaio di fiducia. Purtroppo Draghi a noi collezionisti più stagionati non ci considera: neanche un bonus per noi in questi anni. L’avessero dato a me il Bonus Cultura avrei speso tutto in Omnibus. Per fortuna ne ho acquistati sette da alcuni ragazzini a 100 euro l’uno!” .
La soluzione quindi, spiegano i collezionisti, è passare alle droghe pesanti. La cocaina è pur sempre un bene facile da trovare sul mercato e non c’è nessuna cocaina edizione variant da collezionare. “E inoltre – conclude Ausori – i pusher sono veramente ovunque, a differenza delle edicole che stanno scomparendo. Gli si potrebbe quasi affidare il mercato dei quotidiani, per i prossimi cinque-sei anni in cui esisteranno ancora!”.
Davide Paolino