Piedeinduestaf (FE) – “Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione” è una celebre frase del poeta statunitense James Russell Lowell ma probabilmente non l’avrebbe mai consegnata ai posteri se avesse potuto immaginare lo scempio che se ne sarebbe fatto e, soprattutto, se avesse conosciuto Matteo Salvini.
Il segretario della Lega, infatti, ha portato l’abitudine a cambiare idea a un tale sublime livello che se davvero fosse come dice Lowell, avremmo di fronte non il semplice contrario di uno stupido ma uno dei massimi geni dell’umanità, degno di un posto di primo piano in un pantheon occupato da figure come Leonardo da Vinci, Mozart, Einstein e Angelo Moriondo, il torinese che ha brevettato la prima macchina per fare il caffè espresso.
Per anni Salvini ha invocato l’indipendenza padana, poi il riferimento al Nord è stato eliminato pure dal simbolo di partito e i candidati della Lega hanno cominciato a presentarsi in tutta Italia, non solo sotto il Po ma persino sotto il Simeto.
Quando nel 2020 sono arrivate le notizie sui primi contagi in Italia di Covid 19, Salvini ha dichiarato a pochi giorni di distanza:
– “Bisogna chiudere l’Italia“
– “Occorre riaprire tutte le attività e ritornare alla normalità“
– “Chiudere prima che sia tardi. Chiudere tutta l’Europa. Tutto il continente deve diventare zona rossa”
– “Riaprire la Lombardia” (regione che in quel momento aveva uno dei tassi di contagio più alti al mondo)
A un certo punto i suoi vicini non ci hanno più visto: “Matteo, la finisci di sbattere ‘ste cazzo di porte?!”
Poi è stata la volta della manifestazione di stima per il presidente della Repubblica, palesata con “Cedo due Mattarella per mezzo Putin“, salvo dichiarare, alla scadenza del 2021 “Grazie al Presidente Mattarella, di tutto e per tutto”, sino a un acrobatico “Chiediamo a Mattarella di restare“.
E nemmeno il Papa si è salvato dagli strali del felpato, il quale prima lo punzecchia sull’accoglienza ai migranti con “Quanti rifugiati ospita il Vaticano?”, a seguire per il dono ricevuto dal pontefice in Bolivia (“Schifato da crocefisso su falce e martello”), e poi c’è stata la sequenza di:
– “Lui pensa alle anime, io agli italiani poveri”
– “Parlare di pace è facile, lavorare per costruirla no“
– “Chiedendo di dialogare con l’islam il Papa non fa un buon servizio ai cattolici”
– “Il Papa incentiva l’immigrazione clandestina“
– “Questa è una civiltà che va a morire: fa il paio con il Papa e le sue riflessioni sull’aborto“
Sino alla dichiarazione più sconvolgente di tutte: “Francesco è una guida saggia e preziosa in un momento difficile per l’Italia e il Mondo”.
Se nel suo tritacarne sono finiti il pontefice e il Presidente della Repubblica, non poteva certo sperare di farla franca il segretario del PD, le cui idee su DDL Zan e Ius Scholae una settimana sono rispettabili e quella successiva caratteristiche di gente che vive su Marte.
Ma del resto il ragazzo ci aveva già abituati bene sin dai tempi del Conte 1, in cui era ministro degli Interni ma rilasciava quotidiane dichiarazioni che sembravano quelle di un leader all’opposizione. Per cui non ora non stupiscono più di tanto gli attacchi al governo Draghi, sostenuto da PD, Italia Viva, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Articolo Uno, +Europa, Noi con l’Italia, Centro Democratico. Ne manca uno… ah sì, la Lega. Pare che comunque tra quelli che operano a stretto contatto con Salvini siano in aumento i casi di labirintite.
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina il nostro è riuscito a ritagliarsi un inusitato ruolo di pacifista, lui che non disdegnava di farsi ritrarre mentre impugnava vari modelli di mitragliatore alla festa dei NOCS, al punto da organizzare un viaggio a Mosca per incontrare Lavrov ma senza avvertire nessuno nel governo di cui ancora una volta ha scordato di fare parte. Sembra che il viaggio in Russia sia saltato perché se n’è parlato troppo e la diplomazia richiede azioni meno eclatanti, il che davvero non si capisce come sia potuto succedere visto che Salvini l’ha annunciato soltanto su tutti i suoi canali social. Ad ogni modo il segretario leghista ha dichiarato che un viaggio a Mosca non è come un weekend a Forte Dei Marmi. In effetti no, il primo costa molto di meno e se conosci qualcuno comporta anche dei discreti rimborsi.
L’impresa più recente del novello Kissinger (anche se mentre scriviamo queste righe è concreta la possibilità che ne stia elaborando già un’altra) è stata l’esultanza per la prima nave mercantile che ha lasciato il porto di Mariupol dopo la caduta: “Bene, le armi più potenti sono dialogo e diplomazia”.
Peccato che la nave fosse diretta verso un porto russo dopo aver sottratto all’Ucraina 2.500 tonnellate di acciaio, il che spinge a pensare che il suo vecchio tweet, “Mattarella non è il mio presidente”, più che una provocazione fosse una confessione e che il SUO presidente stia ora pensando a come impiegare tutto quel metallo.
Insomma, quando ci sono di mezzo delle navi, il Capitano non sarebbe in realtà qualificato nemmeno per fare il mozzo. Nel frattempo sono diversi gli editori che hanno deciso di aggiornare i loro libri di cucina inserendo una foto di Salvini in apertura del capitolo dedicato ai bolliti.
Augusto Rasori