VICENZA – Davide Dal Naso frequentava l’Istituto Tecnico Industriale A. Rossi, era al 5° anno, ma in realtà era già stato bocciato 4 volte. Quella mattina di giovedì, per saltare l’interrogazione di Elettronica, aveva deciso di bigiare per andare al Mercato centrale di Piazze dei Signori. Era da tempo che ci pensava e quella mattina lo fece, finalmente acquistò alla bancarella di Peppino Stormo la felpa dell’Aeronautica Militare. Davide sin da piccolo era innamorato del film Top Gun, aveva la videocassetta VHS, il DVD e pure il Blu-ray con i contenuti inediti, ma in realtà il suo sogno era fare l’elettricista. Quella felpa però gli avrebbe dato maggiore sicurezza, rendendolo un macho, un figo agli occhi dei suoi amici, proprio come Tom Cruise.
Proprio dopo averla indossata con tanto orgoglio prese una stradina per allontanarsi dal mercato e dirigersi al parco, ma in quell’istante il Capitano Anthony Guastallà scorse la sua maglia e scambiatolo per un pilota dell’aviazione, senza neanche permettergli di proferire parola, lo caricò sulla camionetta e lo portò in fretta e furia alla base Nato. Appena sul luogo gli ordinò di montare subito su un F35 e dirigersi nel più breve tempo possibile in Siria, per radere al suolo un sito di giacimenti petroliferi in mano ai jihadisti dell’Isis. Davide in preda al panico e un po’ stordito dall’eccesso di ossigeno inalato con la maschera, chiuse il tettuccio del cockpit e cominciò la procedura di accensione vista fare diverse volta a Tom Cruise.
Il caccia ha lasciato la base di Vicenza alle 11 zero zero e da quel momento in poi non se ne è saputo più nulla. La famiglia di Davide è disperata, ma i soldati Nato non sono tenuti a dare informazioni riguardo le loro missioni, per non violare il segreto militare. Il gruppo No Dal Molin ha indetto una manifestazione di protesta per cacciare una volta per tutte gli americani dalla loro città: “Questo non sarebbe mai successo se non ci fossero stati loro – afferma ai nostri microfoni un esponente del comitato – Davide sarebbe potuto diventare un bravo elettricista ne siamo sicuri, anche se a 22 anni non aveva ancora preso il diploma di perito tecnico”.
Nell’imbarazzo generale delle Istituzioni la mamma urlava: “Cosa faranno per mio figlio Renzi e Alfano!? Mio figlio non è un marò, mio figlio voleva fare l’elettricista! Ridatemelo!”
Fabio Bellacicco