Roma – Si sta ridimensionando in queste ore la portata dello scoop di Repubblica sulla spia russa, Maria Adela Kuhfeldt Rivera, infiltrata nella base NATO di Napoli. Il Cremlino ha minimizzato la vicenda spiegando che la donna era stata sì mandata nel capoluogo partenopeo per carpire segreti, ma non quelli della NATO, bensì quelli della cucina napoletana di cui Vladimir Putin è ghiottissimo. E visto che il leader russo non potrà più uscire dal suo paese per molto tempo, sta cercando di addestrare in patria un esercito di chef, pizzaioli e pasticcieri.
Maria Adela, in dieci anni di permanenza a Napoli, ha trafugato decine di ricette, tra cui: ragù, pasta patate e provola, frittata di maccheroni, impepata di cozze, polpo alla Luciana, parmigiana di melanzane, sugo scarpariello, crocché, pastecresciute, palle ‘e riso, per ‘e ‘o muss, ravioli capresi, sartù di riso, baccalà alla napoletana, pastiera, sfogliatella, babà e ovviamente la pizza (in tutte le versioni, tonda, in teglia, a portafoglio ecc.). Ma la ricetta che a Putin premeva di più era quella del casatiello, il tipico prodotto pasquale napoletano con l’impasto a base di strutto e arricchito da provolone e salame napoletano.
Il Cremlino fa sapere che il casatiello, grazie alla ricetta carpita da Maria Adela, verrà commercializzato in Russia con il nome di Caucasatiello e diventerà uno dei piatti più amati dalle famiglie russe. L’intelligence USA, però, è di tutt’altro avviso: “Il casatiello può occludere le arterie di un essere umano in pochi minuti – ha dichiarato un agente della CIA – temiamo che i servizi segreti russi possano usarlo al posto del polonio per eliminare i dissidenti”.
La donna, dopo aver portato a termine la missione – che prevedeva tra l’altro l’assaggio di tutti questi piatti, tutti i giorni, per dieci anni – è stata richiamata in patria, un po’ a causa dello scoppio della guerra in Ucraina ma soprattutto perché era ingrassata di 36 chili e per lei stava diventando oggettivamente difficile spiare senza farsi notare.
Eddie Settembrini
