ROMA – Sono ore febbrili quelle che si stanno vivendo al palazzo del Viminale, dove Matteo Salvini si è installato da quando ha ricevuto l’incarico di ministro delle Infrastrutture e non degli Interni, con grande scorno del legittimo titolare, Matteo Piantedosi, che ancora non è riuscito a prendere possesso del suo ufficio: “Persino gli impiegati del palazzo sono sconcertati”, confessa amaramente il reale successore di Luciana Lamorgese, “durante il Conte 1, col cazzo che vedevano Salvini venire al lavoro, sempre impegnato in qualche sagra o in campagna elettorale!“.
Pare che Salvini si sia chiuso dentro insieme alla figlia per completare il progetto del Ponte sullo Stretto, opera che fondamentalmente interessa solo lui e l’appetito degli appaltatori. Secondo un recente sondaggio, la percentuale di siciliani desiderosi di spostarsi verso la terraferma è pari al punteggio del Qatar.
Nonostante ciò, l’attività di Salvini padre e figlia è febbrile, come rivela un dialogo udito da un fabbro che stava lavorando per rimuovere la serratura dell’ufficio:
“Amore di papà, a che punto siamo col progetto del ponte?“
“Sto terminando di integrare i trefoli degli stralli“.
“Ma che linguaggio forbito, da chi l’hai preso, orgoglio di papà?“
“Boh, sicuramente da mamma“.
Per Salvini non è un momento facile. I consensi della Lega continuano a scendere, al momento sta per essere superata anche dal Südtiroler Volkspartei e tra poco potrebbe finire addirittura sotto al PD, e i suoi classici trucchi per cercare di distogliere l’attenzione degli italiani dal fatto che le accise sulla benzina non solo siano sempre lì ma che lo sconto su di esse sarà presto dimezzato, sembrano ormai insufficienti, tipo parlare di migranti, attaccare le ONG, i rave, i tifosi del Marocco a Bruxelles, sparare cifre a caso sulle vittime della tragedia di Ischia, sbeffeggiare la Juve… Insomma, non c’è più nulla che riesca a nascondere il semplice fatto che la sua principale competenza sia non essere competente, al punto che, nonostante sia il ministro delle Infrastrutture, nessuno pare disposto a lasciare che sia proprio lui a gestire la mole di denaro del PNRR.
A suo merito, va però riconosciuto che non si è arreso alle difficoltà contingenti e che con l’aiuto della figlioletta ha deciso comunque di proporre un progetto per il fantomatico ponte sullo stretto, in cui verranno inesorabilmente fagocitati ingenti fondi che sarebbero sicuramente stati più utili altrove:
“Papà, il ponte però lo farei di acciaio non di salamelle, che non sono adatte a reggere quel carico“.
“L’idea delle salamelle mi sa che l’hai presa dalla mamma”.
“No, papà, quella sicuramente da te“.
Augusto Rasori