ROMA – Eugenia Maria Roccella, che i colleghi ministri e i sottosegretari chiamano bonariamente Genina, ha dichiarato a più riprese che uno degli obiettivi principali del Governo Meloni è l’aumento delle nascite italiche. “Anche a costo di farmi rigenerare le ovaie io stessa”, avrebbe confidato alle amiche di canasta la verace bolognese. Un intento preciso che richiederà tanto impegno e determinazione. E, soprattutto, idee.
Secondo i dati ISTAT, i single avrebbero superato le coppie sposate e la metà delle coppie che sono convolate a nozze tende a separarsi entro 15 anni. Da questi numeri, uniti al fatto che l’indipendenza economica viene raggiunta in età sempre più tarda e che la media dei figli è di 1.2 per mamma (difficilmente le donne fanno più di un figlio), è evidente che la situazione è perfino peggiore di quella al muretto Ferrari.
La nuova ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità non si è data però affatto per vinta, e durante una riunione col ministro della Salute Schillaci, convocata inizialmente per valutare la reale efficacia di un tappo di sughero anti-aborto, sarebbe saltata fuori l’idea di modificare la app Immuni, rimasta sostanzialmente inutilizzata, trasformandola nella prima app di incontri gestita dallo Stato. “Un peccato – avrebbe detto la 69enne emiliana – avere una piattaforma quasi pronta e non utilizzarla per mettere in contatto i molti single che sono alla ricerca di un partner”.
L’opinione della Roccella è che la app debba essere profondamente diversa da quelle già esistenti, più “seria”. Anzitutto, sarà impossibile per chiunque mettere più di un like al mese, anche se, grazie al tracciamento GPS inizialmente pensato per la lotta al Covid-19, gli altri immuni resteranno sempre visibili e i loro profili consultabili. Una volta che il like verrà ricambiato, il match verrà confermato tramite pec sulla app Io. Entro sei mesi dall’inizio della frequentazione, Immuni vi chiederà poi se sta andando tutto bene. Se la risposta di entrambi i partner sarà affermativa, allora la app stessa provvederà ad avviare le pratiche comunali per le pubblicazioni di matrimonio ed a suggerire le migliori location per festeggiare la cerimonia (in questo senso potrebbero esserci delle collaborazioni con Tripadvisor e potrebbe essere prevista una facilitazione per l’accesso al bonus matrimonio da 20 mila euro).
Chi è già iscritto a Immuni riceverà fin da subito un profilo bonus con dei servizi aggiuntivi, come per esempio la possibilità di accedere ai dati derivanti dalla tessera sanitaria del potenziale partner per verificare possibili malattie veneree, oppure altri vantaggi che chi si iscriverà successivamente potrà sbloccare soltanto pagando (anche se la ministra Roccella ci tiene a far sapere che tali spese saranno deducibili).
La app sarà utile anche per poter prenotare visite nei migliori centri per la fertilità d’Italia, senza considerare possibili collaborazioni future con ginecologi e asili nido. “Le potenzialità di questa app sono straordinarie, tenteremo di creare un qualcosa che possa guidare la coppia dalle prime effusioni fino alla nascita del terzo figlio”. Infatti, secondo Genina, agevolare la coppia in determinate questioni la porterà a farsi molti meno problemi nel generare prole. “Siamo ancora in una fase di sviluppo primordiale e il nostro è un calderone di magnifiche idee. Sono sicura che questa volta la app avrà il peso che merita. Anche perché meno di quello che ha avuto, sarebbe impossibile”.
L’ultimo dubbio resta sul nome. Immuni potrebbe richiamare una sorta di “immunità dall’infertilità” secondo Roccella, ma il ministro Schillaci vorrebbe cambiare il nome per non legare troppo la nuova piattaforma a quella dell’esperienza col Covid-19 con la quale, si augura, condividerà soltanto le stesse basi ma non gli stessi (fallimentari) risultati.
Andrea Bonechi