Ottime notizie per l’Italia sul fronte del made in Italy, secondo le ultime rilevazioni dell’Istat l’Italia è risultata nel 2022 il primo paese al mondo per numero di cittadini italiani. Con uno score di oltre 55 milioni di individui il Belpaese surclassa Argentina e Germania, rispettivamente seconda e terza, che si fermano sotto i 700 mila. Un risultato straordinario, ancor più esaltato da un trend positivo che sembra non volersi arrestare, come sottolinea il direttore del dipartimento Ovvietà e Pleonasmi dell’Istat, Giacomo Lapalisse: “Anche se è presto per formulare previsioni attendibili, alcuni segnali suggeriscono che l’Italia potrebbe avere alcune chances di risultare il paese con il maggior numero di italiani anche nel 2023“.
Il governo Meloni non ha esitato un secondo a intestarsi un successo che oggettivamente non gli può essere negato: “Finalmente il Paese può cominciare a raccogliere i frutti della nostra politica patriottica – ha affermato il presidente – Ora dobbiamo andare avanti verso quelle riforme indispensabili per rendere l’Italia uno stato ancora più italiano“. Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepremier Salvini, che dopo una attenta e meticolosa analisi dei dati afferma: “Posso infilare parole a cazzo senza senso quanto voglio, tanto non se ne accorge nessuno, il segreto è concludere sempre con ‘stop all’invasione dei clandestini'”.
Approfondendo le varie voci, il rapporto Istat presenta un quadro generalmente sorprendente: Milano risulta, contro ogni previsione, la città con il maggior numero di milanesi, Torino quella con più torinesi e la sede romana di Fratelli d’Italia quella con più teste di cazzo. Ma il dato più stupefacente è quello di Napoli, che risulta il capoluogo di regione con più pizzaioli. Dallo studio statistico emergono anche alcune abitudini consolidate: gli italiani sono più propensi a dormire quando hanno sonno e mangiare quando hanno fame, preferiscono andare in vacanza al mare piuttosto che ricevere un calcio nei coglioni e tendono a voler respirare regolarmente, infine trenta dì conta novembre, con april, giugno e settembre.
Gianni Zoccheddu