Terzo Po (LO) – Incontriamo Matteo Renzi in una famosa osteria sul lungopò di Terzo, piccolo borgo nel lodigiano, dove sta trascorrendo alcuni giorni di meritato riposo dai suoi innumerevoli incarichi.
Blazer blu, cravatta regimental e boxer a pois rossi (“Pensavo che l’intervista fosse su Zoom”, ci spiega poi), il neo direttore de Il Riformista non ammette discussioni e ordina per noi una trota marmorata (“Non vi capiterà mai più di mangiarne un’altra così. Anche perché di solito non si sopravvive alla prima”) mentre lui si tiene leggero (“Solo un’insalatina di lumache di terra e un bicchiere d’acqua dolce. Non è buona come quella dell’Arno, ma ha comunque il suo perché”). Non abbiamo ancora congedato il cameriere, che il nostro interlocutore, vispo come sempre, rompe gli indugi: “Insomma, lo so che volete parlare di Calenda, ma io a malapena mi ricordo chi sia. Mi pare che sia stato anche un mio ministro, ma parliamo di una vita fa, quando mi occupavo di politica. Tra la direzione del giornale, le conferenze in giro per il mondo, le maratone e i documentari non ho più tempo di interessarmi a queste cose”.
Ma Calenda l’ha accusata di aver fatto naufragare il progetto del Partito Unico.
“Capisco questa fregola di voler sembrare a tutti i costi di sinistra, ma il Partito Unico esiste solo in Cina e a Cuba“
Quindi Lei non ha mai voluto fare un partito con Calenda?
“Quante volte devo ripetere che non mi occupo di politica dal 2016? In tutti questi anni, a parte essere stato rieletto segretario del PD, essere stato eletto senatore nel 2018, aver abbandonato il PD e fondato un nuovo partito, supportato la formazione del Governo Conte II e spinto alle dimissioni il Governo Conte II, favorito la formazione del Governo Draghi, essermi intestato la rielezione di Mattarella, ed essere stato rieletto senatore a ottobre, sono stato alla larga dal quel mondo lì”.
Che consigli darebbe al suo ormai ex alleato?
Se fossi in lui eviterei di insultare una persona perbene ma leggermente suscettibile come Mohammad bin Salman. Per il resto, può stare sereno.
Francesco Conte