SSC (Napoli) – Fervono i preparativi nel capoluogo partenopeo per celebrare l’imminente vittoria del terzo Scudetto, l’evento più atteso dai napoletani.
Ormai per impedire alla squadra partenopea di vincere il titolo tricolore non basterebbe più nemmeno un’eruzione del Vesuvio, l’evento più atteso dai bifolchi.
Non c’è strada né balcone che non sia imbandierato con striscioni bianchi e azzurri, che resteranno a colorare la città (almeno quelli che non bruceranno a causa dei fuochi d’artificio che, come d’usanza, saranno sparati con parsimonia) finché i primi caldi non li trasformeranno in rampe d’accesso in casa per blatte.
Nei Quartieri Spagnoli, ovunque spuntano sagome dei giocatori partenopei, rigorosamente in formazione 4-3-3 ricalcando le loro posizioni in campo: i calciatori del Napoli ne approfittano per godersi personalmente la città in festa girando tranquilli tra i vicoli, all’occorrenza confondendosi tra le sagome.
La febbre da scudetto in città non risparmia alcun aspetto della vita quotidiana: dopo il primo bambino battezzato Khvicha in onore dell’ala sinistra georgiana Kvaratskhelia, ieri è nata la piccola Starace, in onore dello storico magazziniere del San Paolo/Maradona.
Altra buona notizia è la pace fatta tra il Presidente Aurelio De Laurentiis e i gruppi ultrà: com’è noto, i tifosi organizzati lamentavano l’impossibilità di sventolare enormi bandiere in curva impedendo la visuale agli altri spettatori e più in generale di comportarsi allo stadio come in casa propria, nel rispetto degli insegnamenti del profeta D’Angelo (“È ‘na casa chistu stadio”).
L’atmosfera entusiastica e folkloristica permea insomma l’intera città di Napoli ed è bilanciata solo dal più grigio dei suoi cittadini: il Primo. Il sindaco Manfredi, infatti, per salvaguardare Napoli dagli eccessi di entusiasmo che potrebbero sfociare in atti vandalici, dopo aver illuminato d’azzurro il Castel dell’Ovo e aver gettato dei piranha nella fontana di piazza Trieste e Trento, lancia questo toccante appello:
“Non imbrattate i monumenti dipingendoli di azzurro, investiamo ingenti risorse pubbliche per preservarli. Ad esempio la statua di Dante è stata ripulita e portata al suo bianco originario: ho dovuto riaprire la piazza al traffico veicolare affinché lo smog vi si depositi di nuovo e gli restituisca quell’effetto bianconero, che personalmente preferisco”.
Due scugnizzi, intenti a deturpare con vernice bianca e azzurra una delle duecento scalinate di Napoli mai ripulite dal Comune, colpiti dalle sue parole, si sono allora fermati e hanno rovesciato i loro secchi sul Sindaco: ora che persino Manfredi a guardarlo mette allegria, a Napoli non c’è davvero più motivo di non festeggiare!
Patrizio Smiraglia