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Tassisti rivelano: “I nostri POS non funzionano perché soffrono il mal d’auto”

Photo credit: rawpixel

Roma (35) “Questa caccia alle streghe nei confronti dei tassisti deve finire”, a parlare è il 53enne Valido Passaggio (Codroipo 15) un ex installatore di POS che, stanco di guadagnare troppo, nel 2003 ha deciso di comprare con i soldi della liquidazione e 2 ipoteche, una licenza da tassista nella capitale.

Incontrare tassisti che giornalmente hanno problemi col POS è sempre più frequente, ma non dipende certo da un malcostume tipicamente italiano, come può sembrare da alcuni servizi giornalistici capziosi e tagliati ad arte per gettare fango sulla categoria. Infatti, c’è una spiegazione scientifica se questo avviene – spiega il Sig. Valido – I POS, per come sono stati concepiti, non sono adatti a girare in auto e ad essere sottoposti a sollecitazioni comuni sulle 4 ruote. Non a caso, all’interno dell’IBM dicono if you want to break a POS, put it in your car” , precisa l’ex installatore.

“Basta poco per capirlo. Pensate alla cassa del supermercato, avete mai sentito la cassiera dire che il POS è rotto? No vero? Sono apparecchiature progettate per lavorare da postazione fissa, in assenza di sollecitazioni, con alimentazione e connessione costante, per questo il POS nel suo habitat naturale è infallibile, e può anche riprodursi. Ma se sottoposto a condizioni estreme perde le sue caratteristiche essenziali, figuriamoci in giro nel traffico tra le buche di Roma. È come liberare un colibrì sott’acqua, quanto può durare?”

“Abbiamo tutta la stampa avversa, vogliono toglierci gli unici momenti d’evasione che ci sono rimasti, ormai i nostri disagi col Pos sono diventati la seconda cosa più filmata e postata su internet dopo le borseggiatrici della metro e i gatti – si sfoga un tassista anonimo con il nickname di Codroipo 15Quando Selvaggia Lucarelli se l’è presa col nostro stimato collega Atreiu 88, caduto in una forte depressione POS traumatica dopo l’accaduto, non ha pensato che lei stessa potrebbe aver danneggiato con l’uso del suo cellulare il delicato ecosistema del POS. Sarebbe successo lo stesso col suo dispositivo Offline? Casi simili avvengono ogni giorno: l’altro ieri mi telefona un collega da Fiumicino, Norimberga 2, disperato perché il POS aveva smesso di funzionare dopo aver colpito un inviato delle Iene sul naso. Sono dispositivi delicatissimi”. Codroipo 15 racconta che il suo stesso dispositivo, dopo aver strisciato una carta di credito giapponese, ha vomitato per 3 giorni con nausea e diarrea.

In attesa dei POS di nuova generazione il Sig. Passaggio suggerisce delle piccole accortezze che possono limitare la frequenza dei malfunzionamenti, come ad esempio chiedere al cliente di impostare il cellulare su modalità aereo fino a fine corsa, tenere il dispositivo di pagamento appoggiato su un seggiolino per bambini (certo, avrete un posto in meno ma è meglio che essere insultati dai fan della Lucarelli), simulare un infarto se ritenete di avere doti attoriali convincenti, oppure, visto che amiamo parlare, approfittare del viaggio per raccontare tutta la nostra vita e al momento del pagamento, prendere la loro carta in mano e il POS , temporeggiare e fare capire al cliente che fino a che non avrà sentito la fine della storia la carta non verrà strisciata. I clienti tireranno fuori i contanti in un attimo!.

Il sig. Valido, sostiene quindi che dietro al mancato uso dei POS non ci sia una volontà di evadere da parte dei tassisti, ma di problemi tecnici reali, e quando gli facciamo presente come sia possibile che alcuni suoi colleghi arrivino a fare 600 euro al giorno, assolutamente non in linea col dichiarato medio, locale e nazionale risponde: “Si, è possibile, ma io non sono capace di succhiare il cazzo del cliente mentre guido” .

Vittorio Lattanzi

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