BRUXELLES – Finalmente i ristoratori di tutta Europa potranno togliere, anche durante il servizio, quelle odiose playlist di cover in versione lounge capaci di rendere noiosa persino una serata con Scarlett Johansson arrapata che freme per succhiartelo in ginocchio sotto al tavolo. Arriva infatti la prima vittoria della categoria dopo che a gennaio i ristoratori, sul piede di guerra, erano scesi in piazza contro l’imposizione, ancora peggiore di quella sulla farina di grilli, che li vede costretti a riprodurre estenuanti cover di musica lounge durante le ore di servizio al pubblico.
La diffusione di questa usanza, che segue le indicazioni concertate a livello europeo per alzare il livello qualità dei pasti nei ristoranti, sta in realtà minando la salute mentale della stragrande maggioranza di clienti e ristoratori, che già di per sé non capivano un cazzo di musica, mandandoli così ancora di più in confusione.
La musica lounge filodiffusa dovrebbe avere la funzione di calmare i bambini durante i pasti e far diminuire gli infanticidi, aumentando così la qualità del pranzo o della cena che si è scelti di consumare al ristorante. Ma non sono della stessa idea i gestori dei locali: “Non è che se gli facciamo ascoltare ‘Welcome to the jungle’ cantata da Nina Zilli i genitori diventano più intelligenti. L sedazione indotta di piccoli monelli non basta – afferma il portavoce del sindacato dei Ristoratori – il problema è a monte”
Da non sottovalutare, inoltre, i danni al mercato musicale: ormai non solo canzoni immortali vengono stuprate ovunque, ogni giorno, ma si è passati a ‘loungizzare’ sia il death metal, che le stesse canzoni lounge. Questi CD, o playlist, secondo alcuni esperti sarebbero addirittura nocivi, rendendo divertente persino fare un post con le foto coi piatti, un segnale di chiaro cedimento mentale troppo spesso sottovalutato.
Per i bambini, sarebbero molto più utili sugli aerei, almeno in via sperimentale nei voli continentali, durante i quali l’unica cosa che si desideri è addormentarli e, invece, trovano spazio quei campanelli della RyanAir che finiscono per infervorare gli infanti come hooligans del Liverpool.
Finalmente, ora i ristoratori potranno disfarsi di quelle quattro fastidiose playlist e potranno farci consumare un pasto anche con altre melodie, non necessariamente violentate. Ma la battaglia è appena iniziata: la prossima richiesta sarà quella di mettere un tetto alla concentrazione di infanti nella stesso locale e alle comitive canterine, anche se quest’ultime molto più difficili da individuare.
Vittorio Lattanzi