Diobo (VE) – Un nuovo allarme riguardante gli animali viene lanciato in queste ore dalla Regione Veneto, ma non si tratta di un altro leone che passeggia per le strade cittadine o di un orso che aggredisce un runner, e nemmeno di una zoonosi come l’influenza aviaria, anche se l’emergenza è legata agli uccelli: il diffuso fenomeno di blasfemia dei pappagalli.
Tutto nasce dalle segnalazioni sempre più numerose di preti che, recandosi a benedire le case di fedeli aventi pappagalli, are o altri volatili parlanti come animali domestici, vengono accolti da fragorosi bestemmioni pronunciati dai variopinti pennuti.
Il vescovo della diocesi di Vittorio Veneto, Don Nino Ostregheta, ha commissionato uno studio per quantificare le dimensioni del fenomeno e capire come risolverlo. La delicata indagine è stata affidata a un luminare dell’ornitologia, Corrado Lorenzi, presidente emerito della FAVA (Federazione Autonoma Veterinari Associati).
Dalla sede della sua associazione a Diobo, borgo delle Alpi Veneziane, Lorenzi ha illustrato i risultati shock della ricerca: oltre il 95% dei pappagalli veneti bestemmia abitualmente. Lo scienziato ha anche avanzato un’ipotesi per spiegare questo dato: dalla stessa ricerca sembra infatti che il 99% dei proprietari di pappagalli veneti bestemmi abitualmente, si ipotizza quindi, con tutte le cautele del caso che ci potrebbe essere in qualche modo un rapporto causale di natura imprecisata tra le due percentuali.
In un vertice di emergenza tra la Curia, un team composto dallo stesso Lorenzi con altri esperti del settore (tra cui Germano Mosconi e Renato Pavesi) e il governatore della regione Veneto Luca Zaia, è stata approvata una strategia per tentare di mitigare il problema: i pappagalli dovranno essere rieducati a ridurre il numero di imprecazioni blasfeme. Il primo passo consisterà nel far imparare ai volatili versioni autocensurate delle bestemmie, come Diomede, Zio cantante, Cristoforo Colombo, Orca Madosca e Porta la nonna.
I primi risultati sembrano incoraggianti, ma Lorenzi avverte che non ci si può certo adagiare sugli allori. Il luminare è stato infatti chiamato ad arginare una nuova grave emergenza: oltre l’80% dei criceti in Veneto presenta sintomi di alcolismo cronico e ha sviluppato una forte dipendenza dallo spritz.
Andrea Michielotto