Eterosessua (LE) – Sembrava uscito definitivamente dai radar Roberto Vannacci, il Generale che qualche mese fa aveva fatto parecchio parlare di sé perché si sentiva allo stesso tempo contrario ai cedimenti alle sirene dell’omosessualità e l’erede di Giulio Cesare.
Erano giorni folli, in cui il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che aveva criticato le esternazioni del Generale ritenendole non troppo lusinghiere per l’onore dell’esercito, veniva tacciato, lui fondatore di Fratelli d’Italia, di essere di Sinistra, se non addirittura comunista.
Giorni in cui il libro di un militare che parla di clima, migrazioni, pretesi diritti degli omosessuali, dittatura delle minoranze e tanto altro diventava un best seller che manco Fabio Volo.
Giorni in cui la destra continuava a parlare del libro, a citare il libro, a promuovere il libro per protestare contro la censura che nessuno aveva attuato e Vannacci era invitato ovunque a dire che in Italia non si possono dire certe cose perché sono scomode e c’è il pensiero unico.
Giorni in cui arrivavano racconti leggendari sull’ufficiale di La Spezia che, dopo aver fermato l’Isis a mani nude, si faceva scattare foto frivole a piedi scalzi mentre scalciava le onde del mare con i risvolti dei jeans arrotolati al polpaccio.
Ora Vannacci è tornato a far parlare di sé per il suo nuovo incarico, sicuramente meno avventuroso di Comandante dell’Istituto Geografico Militare di Firenze ma dal nome molto più altisonante: Capo di Stato Maggiore del Comando delle Forze Terrestri.
Appena diffusa la notizia si è subito scatenata la bagarre tra chi sosteneva che il nuovo ruolo rappresentasse una promozione e il ministro Crosetto che ha dichiarato che è solo un incarico di staff, privo di proiezioni esterne alla Difesa e perciò non è una promozione, e poi ha donato 2000 euro al figlio e gli ha prestato la macchina per metterlo in punizione dopo un brutto voto a scuola.
Per mettere a tacere le polemiche, Vannacci ha pensato bene di prendere subito un mese di licenza nel suo primo giorno di lavoro. “Volevo dimostrare ancora una volta di essere un vero italiano, non come Paola Egonu” ha dichiarato il generale prima di tirarsi su il colletto della polo, salire sulla sua auto parcheggiata in doppia fila e bruciare un semaforo per immettersi nel traffico attaccandosi furiosamente al clacson senza dare la precedenza ai pedoni sulle strisce.
Nel frattempo Salvini, sempre impegnato nel disperato tentativo di farsi notare, – ora ci sta provando indossando maglie dolcevita nere pensando gli conferiscano l’aria dello statista – pare abbia offerto all’autore de “Il mondo al contrario” una candidatura per le Europee del prossimo anno, proposta che potrebbe essere rivolta anche a Mario Roggero, il gioielliere condannato per omicidio volontario.
Insomma, mesi fa abbiamo vissuto giorni folli ma non è che questi appaiano proprio sanissimi. Fortuna che ora torna il Covid.
Augusto Rasori