Per anni è stato il simbolo di un capitalismo selvaggio e senza morale che opera solo in nome del profitto, ma la recente decisione della Cassazione potrebbe lavare via con un colpo di spugna tutte queste accuse che negli ultimi anni hanno visto come protagonista il bistrattato amianto.
“Per i miei clienti sembrava di vivere in un incubo” ci racconta ai nostri microfoni l’avvocato Desdemone, il presidente di “Vittime delle vittime dell’Eternit”, l’associazione che riunisce tutti gli imprenditori accusati di aver avvelenato i propri operai. “Non c’era luogo dove potessero andare, che subito orde di famiglie di operai morti sul lavoro apparivano immediatamente a subissare i miei clienti. Mi spiega come fa una famiglia che lamenta di essere sul lastrico a permettersi di essere a Cortina o in Costa Smeralda? E poi ha idea di quanti franchi svizzeri costi togliere le macchie di uovo dalla carrozzeria di una Ferrari o di una Jaguar?”
È un incubo che però, finalmente, sembra essersi concluso. La Corte di Cassazione non si è mostrata, infatti, insensibile ai risultati delle recenti ricerche operate da un team di esperti del laboratorio di investigazioni Et.er.ni.t (Eticamente erronei, nitidamente truffatori), che non solo escludono anche la più remota possibilità che l’amianto possa essere pericoloso, ma che addirittura ne dimostrerebbero alcuni effetti benefici sulla salute. Oltre a sottolineare, giustamente, come l’ex direttore dello stabilimento Eternit sia morto a 92 anni, si è anche ipotizzato che il materiale aiuti a risolvere molti dei problemi legati all’obesità.
“Rimane però il problema della calunnia.” – ci fa notare l’avvocato Desdemone che ostenta sulla giacca una spilletta “L’asbesto è buono. L’asbesto è nostro amico” – “I miei clienti sono sempre stati additati come dei criminali senza cuore, quando in realtà i loro unici interessi sono sempre stati la giustizia e la verità. Pensi che hanno pagato di tasca loro il team di esperti che ha aiutato i giudici a giungere alla verità. E le confesso che non è stata una spesa medica, ehm, intendevo modica!”
Matteo Adami