KIGALI – Scene di panico si susseguono da giorni in Ruanda, stato dell’Africa Centrale che ci aveva abituato al suo tranquillo ménage di genocidi. Nei giorni scorsi, nella capitale Kigali si era diffusa la voce che nei nuovi studi televisivi costruiti su un cimitero – quello degli operai ruandesi morti durante i lavori – si sarebbe svolta la prima edizione di un programma tanto atteso, “Masterchef Ruanda”. Proprio il recente chiarimento tra Hutu e Tutsi, impegnati in una sanguinosa guerra civile che l’Onu è riuscita faticosamente ad arginare grazie ad anni di indifferenza, aveva convinto la Fox a scegliere il Ruanda come punto di partenza per la conquista del mercato televisivo africano. In più, anche i processi dei criminali di guerra si svolgono regolarmente, dopo l’iniziale rinvio dovuto al fatto che non si trovava abbastanza gente viva per celebrarli.
Da tutti gli angoli della nazione, e dai paesi limitrofi, decine di migliaia di persone si sono messe in viaggio, e hanno raggiunto la capitale sfruttando tutte e due le strade di Kigali. Gente poverissima, organizzata in carovane, ammaliata da rumors che favoleggiavano della presenza sul set di alcune prelibatezze, tra cui acqua potabile.
I primi disordini sono scoppiati durante le selezioni preliminari della trasmissione. Di buon mattino, una turba inferocita ha sfondato la porta sul retro della ricca dispensa di Masterchef e ha fatto irruzione in studio proprio nel momento cruciale in cui il concorrente che deve essere giudicato viene tenuto sulle spine per 47 minuti mentre Ramsay, Bastianich e Kwubanga (chef locale) confabulano tra loro. L’aspirante Masterchef aveva appena finito di dire: “Scusate, potreste darvi una mossa con il verdetto? Ho 38 anni e, in base alle statistiche di mortalità in Ruanda, tra un anno sarò morto” che alcuni uomini con la bava alla bocca lo hanno spintonato via e si sono tuffati sulle code di scorpione al pesto che aveva davanti a sé.
Il tumulto che ne è seguito ha indotto la regia a sospendere le riprese. Nonostante i ripetuti inviti alla calma, la folla accecata dalla fame ha spazzolato tutti i piatti in gara e tutte le provviste, comprese quelle dei pressure test. “E’ incredibile assistere a cosa di questi genere” ha commentato Bastianich “Mangiano tutto! Anche roba che non salati bene!”. Lapidario anche il commento di Ramsay: “Lasciate stare le mie palle!”.
Le forze dell’ordine, richiamate da una concitata telefonata, si sono precipitate e hanno partecipato al sacco dello studio. In più, la folla ha appreso che era appena terminata la sfida tra un Hutu e un Tutsi: la vittoria era andata all’Hutu, la cui mosca tse-tse alla Wellington e granita di tungsteno aveva prevalso sull’Ubugali soffritto accompagnato da birra di banana del Tutsi, e pare che la cosa abbia fatto scattare una nuova guerra etnica. “Basta, questo è davvero troppo” hanno dichiarato dalla Fox “ci trasferiremo in Darfur”.