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Giovane milanese vende “aria di Milano” in boccetta: denunciato per tentata strage

Foto Credits: Dimitris Kamaras

MILANO – In questi giorni Milano è sulla bocca di tutti per un tragico motivo. No, non stiamo parlando della Fashion Week 2024 o dell’ennesimo tentativo di Chiara Ferragni di ripulirsi l’immagine con la connivenza di una stampa scendiletto, ma della pessima qualità della sua aria. Secondo il sito svizzero IQair Milano è tra le peggiori città al mondo, superata solo da megalopoli come Dacca in Bangladesh e Lahore in Pakistan (che, però, non hanno le canne di J-Ax a peggiorare le cose). Il Sindaco Sala tuttavia minimizza e difende la sua città: “Questa ricerca è una farsa. Non c’è da aver paura, quelle non sono polveri sottili, è cocaina”.

L’ottimismo del sindaco non è però confermato da esperti che, invece, sostengono che l’aria meneghina sia così inquinata che respirare a Milano è più o meno salutare come fare jogging a Chernobyl. “In questo periodo, poi – spiega Enfy Sema, ricercatore specializzato in Ambientologia e Odore di Chiuso – con la Fashion Week la situazione peggiora ancora di più. I profumi griffati utilizzati dalle modelle che sfilano e il queefing delle copule che si consumano durante le tante feste rendono ancora meno salubre l’atmosfera della città”.

Respirare l’aria di Milano, secondo un altro studio, corrisponde a fumare dieci sigarette al giorno e, in giorni particolarmente inquinati, corrisponde a fumare 10 sigarette e mezza dose di eroina, soprattutto se respiri l’aria di Parco Sempione.
In questo contesto, ieri è stato chiuso il profilo di un TikToker, Emanuele Palumbo, di origini chiaramente meneghine, che da mesi mette in vendita “Aria di Milano” in bottiglia. Il giovane è stato denunciato per tentata strage: “Raccomandiamo a tutti gli acquirenti di non aprire quelle bottiglie e di contattare le autorità competenti che invieranno artificeri a disinnercarla”. L’indicazione generale, fanno sapere dall’Arpa Lombardia, è di respirare il meno possibile, prendendo piccoli sorsi d’aria, poco per volta e “preferendo comunque, laddove possibile, le bombole d’ossigeno oppure i peti di amici consenzienti”.

Stefano Pisani

(Quest’articolo è stato scritto anche grazie al sostegno di Box, Giuseppe Lastaria e Dario Cecchini)




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