“Israele vuole la pace, ma voi non potete capire quanto sia facile sbagliare con queste diavolerie moderne: sfiori appena un tasto sbadatamente e boom! Senza volerlo fai esplodere un ospedale a Rafah. Gli ultimi 300 missili lanciati sulla Striscia sono partiti per sbaglio“. Si giustifica così il Ministro della Difesa Yoav Gallant parlando a proposito del mancato accordo sul cessate il fuoco con Hamas.
Quella di Ben-Gvir è solo una tra le tante tante voci che dal governo israeliano si sono levate in favore di una tregua e, auspicabilmente, di una pace duratura. Il ministro degli esteri Israel Katz afferma di essere pronto a discutere con i palestinesi: “Sono giorni che abbiamo deciso di interrompere le operazioni militari sulla Striscia per favorire il dialogo, gli ultimi 412 missili li abbiamo lanciati involontariamente. Vogliamo anche risolvere il problema dei soldati al fronte: i grilletti dei loro mitra sono troppo sensibili, a volte basta uno starnuto per far partire una sventagliata“.
Sulla stessa linea il Ministro della Sicurezza Nazionale e leader del partito di estrema destra Potere Ebraico Itamar Ben-Gvir, che accusa però gli alleati occidentali di eccessiva pignoleria: “I miei colleghi al governo ve lo hanno già spiegato: quegli ultimi 721 missili che abbiamo lanciato su Gaza sono partiti per sbaglio, per quanto tempo volete tenere il broncio? Un carro armato prende una buca per strada, parte una cannonata, muoiono 7 civili, tra cui 2 bambini, e subito tutti a dire che Israele non vuole la pace! I nostri coloni occupano decine di migliaia di chilometri quadrati di territorio palestinese, e solo per questo veniamo accusati di aver occupato decine di migliaia di chilometri quadrati di territorio palestinese“.
Persino il primo ministro Benjamin Netanyahu rivendica la volontà del suo governo di giungere a un accordo: “Indubbiamente ci sono stati dei piccoli disguidi, ma vi assicuro che non volevamo assolutamente lanciare gli ultimi 1387 missili piombati su Gaza. Sono decenni che proponiamo soluzioni di pace al popolo palestinese, se avessero accettato l’idea da me avanzata già nel 1996 di ammazzarsi da soli, oggi non ci troveremmo in questa spiacevole situazione“.
Gianni Zoccheddu
(Quest’articolo è stato scritto anche grazie al sostegno di Box)