Un po’ ovunque ma comunque in Italia – Nei giorni della maturità, che produrrà cinquecentomila nuovi disoccupati, una ricerca sta facendo scalpore nel mondo del lavoro, delle partite Iva, dei contratti capestro, dei contratti futuri e dei “lavora dodici ore al giorno, sette volte alla settimana, poi vedremo”.
Una relazione dell’Istituto per le Ricerche Simpatichelle dell’Università di Orvieto Scalo, ha elaborato una serie di dati molto interessanti riguardanti un’abitudine che si sta via via sempre più verificando durante il colloquio iniziale per la ricerca di una nuova occupazione o, come direbbero molti datori di lavori “per un nuovo hobby”.
Il settanta per cento degli intervistati, scelti tra un campione di uomini e donne che hanno effettuato un colloquio negli ultimi dodici mesi anche contro la loro volontà, ha espresso il desiderio di presentare le proprie dimissioni già durante il colloquio stesso come ottimo monito per iniziare la collaborazione. Una situazione simile a quella che si verificava qualche tempo fa, quando era vigente la prassi di molti datori di far firmare dimissioni in bianco in donne dall’età fertile per poi apporre la data in caso di gravidanza. Tutti strenui difensori della famiglia, in alcuni casi, ma solo della propria.
La posizione degli intervistati, comunque, è da ricondurre ai ritmi sempre più frenetici del mondo del lavoro, che continua a causare ansia, disperazione, precarietà, insofferenze, impossibilità di costruirsi una famiglia, annullamento della propria vita privata fino ad arrivare a gesti ancora più estremi come la partecipazione agli aperitivi o alle cene con i colleghi.
Esperienze, che nel 2024, nessuno dovrebbe più provare.
Davide Paolino
(Quest’articolo è stato scritto anche grazie al sostegno di Box)