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“No ideologia gender nelle scuole”: insegnante sospeso perché si chiama Francesco Maria

Photo Credits: geralt via Pixabay

SES (SO)- “Davvero, non è colpa mia, io all’ideologia gender non ci credo, non sono una drag-queen, è il mio nome! Lo giuro, aiutatemi”. È questo l’appello disperato di Francesco Maria B., docente di un Istituto Tecnico per Geometri di Ses, paesino in provincia di Sondrio, che in questi giorni è finito al centro della cronaca locale.

La scuola, da tre anni diretta dal preside Talebano S., è a forte vocazione leghista, come prova il fatto che le sue cartine geografiche dell’Italia si fermano all’Emilia Romagna.
“Ho sospeso il docente di Chimica perché credo sia ora di prendere una posizione netta contro questa ideologia gender che tentano di imporci, come ha detto il nostro partito. È una vergogna questo suo rifiuto del binarismo, si decidesse, o Francesco o Maria” ha dichiarato il preside “starà a casa a riflettere fino a quando non avrà le idee chiare. Nel frattempo, sarà sostituito da un alambicco a cui ho disegnato sopra un membro maschile netto e ben definito, per non creare confusione”.

Talebano S. fa riferimento alla nuova risoluzione approvata pochi giorni fa dalla Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati, proposta da Rossano Sasso della Lega, che si oppone a ciò che viene definito come “l’introduzione di un’ideologia gender” nelle istituzioni scolastiche, ideologia gender che di fatto non esiste.

Come hanno reagito i colleghi di Francesco Maria B. al provvedimento di sospensione? “Lo so che l’ideologia gender non esiste, ma per me va benissimo che se ne parli – dichiara uno degli insegnanti – non sarebbe la prima volta che a scuola si tratta qualcosa che non esiste. Ha mai seguito una lezione di Religione?”

Nei giorni successivi alla delibera, il preside ha indetto una riunione con il corpo docente, spiegando, alla vigilia di un nuovo anno scolastico, che avrebbe applicato la tolleranza zero nei confronti di ogni atteggiamento di apertura riguardo al “lassismo dei costumi della cultura gender”. “Le professoresse indossino le gonne; i professori portino i pantaloni e non si lavino. E in corridoio voglio sentire risuonare battute sui travestiti e sullo schwa, come ve lo devo ripetere??” ha esortato il prof S.

Al termine del suo discorso, un docente di matematica ha chiesto quale fosse la risposta che doveva dare alla domanda: “Quanti sono i generi?”, mentre un professoressa di inglese ha chiesto se doveva far cancellare la parola drag-queen da tutti i vocabolari, sia intera sia scomposta, quindi rimuovendo le parole “queen” e “drag”.

“Tutti quesiti interessanti a cui risponderò in modo inequivocabile: se avete dei dubbi, siete dei ricchioni. E nella mia scuola non c’è posto per voi. Altre domande? Bene, la riunione è terminata”, ha replicato Talebano S., prima di andare a bruciare personalmente tutte le rane del laboratorio di scienze, perché “questi anfibi si devono decidere, o terra o acqua – sono un pessimo esempio per tutti”.

Stefano Pisani

(Quest’articolo è stato scritto anche grazie al contributo di Arnaldo di Latebiosa)

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