Washington, D.C. – Sono momenti febbrili per Giorgia Meloni quelli che precedono l’Inauguration day del neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump; fonti vicine alla premier italiana hanno confermato che a poche ore dalla cerimonia non è stata ancora decisa la lingua che indosserà in tarda mattinata durante il giuramento del tycoon.
La presidente del Consiglio italiana è l’unica leader europea ad essere stata invitata: è perciò investita di una funzione ancora più delicata come rappresentante leccaculo non solo del nostro Paese, ma di tutto il Vecchio Continente. Ecco perché la scelta della lingua riveste un ruolo così importante.
Nei giorni scorsi era stata ventilata l’ipotesi di un modello classico ed elegante: la celebre lingua indossata da Bruno Vespa durante la storica firma del Contratto con gli italiani da parte di Silvio Berlusconi nel 2001. Si vociferava anche di un possibile richiamo alle radici cristiane di cui la Meloni si è fatta portavoce: la scelta sarebbe dovuta ricadere sulla lingua indossata da Papa Giovanni Paolo II in occasione dell’incontro con il dittatore cileno Augusto Pinochet nel 1987.
Entrambe le possibilità sembrano però essere tramontate e ancora non si conosce la decisione definitiva della premier, alle prese anche con il problema del vestito. Se la scelta più ovvia pareva essere quella di un abito da cameriera nero con grembiule bianco, accessoriato con un vassoio da cocktail argento e la sempreverde coppa di Martini dry; molti però hanno sottolineato come questa immagine non si adattasse ai modelli di donna forte e di underdog che hanno portato al successo la Meloni. Al momento l’ipotesi più quotata è quella di un sobrio tailleur da segretaria d’azienda corredata da una borsa abbastanza capiente da contenere un set completo da lustrascarpe, in caso di necessità.
Gianni Zoccheddu