Sanremo: Giorgia Meloni soddisfatta per la separazione delle carriere tra artisti e cantanti in gara

ROMA (Dove sei? Eri con me) – L’aveva promesso e ce l’ha fatta, Sanremo 2025 è stato un successo strepitoso! Carlo Conti aveva dichiarato in più occasioni di voler riportare il Festival a una dimensione meno divisiva, centrata sul “volemose bene” piuttosto che sul dibattito politico.
Volontà di neutralità messa a dura prova dalla delicata situazione internazionale, ma che è stata risolta brillantemente dal direttore artistico invitando sul palco due artiste di una popolazione indifesa, per cantare quell’inno alla pace che è Imagine di John Lennon, seppur con qualche licenza poetica (“Immagina che il mare di Gaza sia tutto nostro“), cancellando così l’onta delle volgari accuse mosse un anno prima sullo stesso palco da un cantante che spara “tanta cattiveria solo per un po’ di notorietà” (Frase di Salvini su Ghali – NdR) e per il quale quei liberali della Lega sempre nemici del NO volevano richiedere il DASPO.

Tra gli entusiasti del Festival, non manca la nostra Presidente Meloni: “Complimenti a Conti che nel selezionare i partecipanti ha nettamente separato i veri artisti dai cantanti in gara,” ha dichiarato ai nostri microfoni, pur andando di fretta, visto il periodo zeppo di impegni tra una visita al Papa in ospedale, un summit controvoglia con Macron, le assenze ai Question Time in Parlamento e organizzare il prossimo imminente viaggio all’Estero per stare alla larga dalla condanna a Delmastro.

Sanremo è un evento culturale che ha plasmato e continua a plasmare la nostra società, ben venga quindi una riforma nel regolamento che porterà a una maggiore trasparenza e indipendenza nel sistema del televoto, dando vita a due distinte categorie e allungando magari anche la durata del Festival, sebbene così l’attenzione degli italiani sarà a malincuore sviata più a lungo dagli indiscutibili grandi successi del mio governo“.
Prima di scappare via, nel timore, magari, di domande sulla liberazione di un qualche criminale libico, la Premier ci svela per chi ha votato lei: “Tra le cantanti, mi è piaciuta Rose Villain con quella frase “Se pensarti fosse un crimine…”. Basta con queste teorie penali del fatto commesso, dobbiamo punire anche il solo pensiero di un’azione criminosa, ad esempio un magistrato che pensi di indagare me o mia sorella, che come tutti sanno, è un personaggio privato che non si occupa di politica“.

Patrizio Smiraglia

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