Siena. Anni di litigi, scenate, piatti spaccati ed incomprensioni, un incubo durato 4 anni quello vissuto dai coniugi Totoro, che grazie all’aiuto dello Stato, nonostante abbiano perso la casa, sono riusciti a ritrovare il valore più importante: la famiglia. Salvatore Totoro, 47 anni portati contromano, e la sua famiglia, che per un toast, un calice di vino bianco e un gelato hanno deciso di raccontare ai nostri microfoni la loro storia. Una favola moderna, senza principi né principesse, senza castelli né carrozze, ma solo dita ingiallite dalle MS, sgabelli traballanti e bestemmie.
“Ci siamo rivolti a questo psicologo di coppia grazie a un servizio gratuito di consulto offerto dallo Stato in collaborazione con i servizi sociali e Lottomatica – racconta Salvatore. All’inizio proprio non ci volevo andare ma poi per amore di mia figlia e di mia moglie ho accettato. Lì abbiamo capito che era finito l’affiatamento di coppia: non avevamo più nulla in comune. Si parlava solo del perché tornassi a casa puzzando di fumo nonostante facessi il benzinaio, e si parlava di soldi: soldi per pagare bollette, soldi per pagare i libri. E meno ne avevo e più me ne servivano. Ma soprattutto ho capito che non sono un parassita accecato dai vizi come pensa la gente, ma sono un contribuente di tutto rispetto: io pago le tasse! Anzi, chi pesa sullo Stato sono casalinghe, vecchi e bambini”.
E non smette di raccontarci quanto sia migliorata ora la sua vita: “Abbiamo rafforzato il nostro legame, siamo molto più affiatati, ci diamo il cambio alla macchinetta che ancora non ha pagato per non lasciarla ‘scaricare’ da qualcun’altro. Pensa che prima dovevo staccare la presa tedesca del videopoker e portarmela a casa per non correre rischi e – ci tiene a precisare – sinceramente sono l’unico con donna in quel bar di sfigati! Ma la cosa più bella è che la bambina è sempre con noi, ha legato con i figli del titolare della sala slot, Lin e Tien Tien, e poi va matta per i gelati del bar, che però mangia solo quando fa la brava e fa vincere papà, vero amore?” – dice indicando la piccola con un sorriso – “altrimenti si rischia di viziarli”.
L’ultimo pensiero va allo Stato: “Vorrei che tutti insieme, schiavi del lotto, del superenalotto e del grattaevinci, ci unissimo affinché la Lottomatica, di concerto con l’Inps, crei un fondo pensionistico a questi instancabili contribuenti, una specie di social card dei vizi dove possano essere registrate le tasse versate per avere una pensione. Quando invecchieremo e non riusciremo più a vedere i pulsanti non vogliamo finire come gli esodati”.
Vittorio Lattanzi