Roma – Sarà capitato anche a voi d’imbattervi in alte colonne fumanti mentre percorrete l’autostrada, con il puzzo di bruciato che inesorabile s’insinua all’interno della vostra vettura impregnando la tappezzeria (la qual cosa vi fornirà finalmente un buon motivo per andare a lavare quella disgrazia ambulante che è la vostra macchina).
Ebbene, dopo anni e anni di mistero si è finalmente scoperto quale sarebbe il combustibile che le causa: migliaia di fogli A4 sui quali sono stampati invano i vostri curriculum. A rivelarlo è stato Alessandro Delargho, impiegato di Autostrade per l’Italia e addetto alla scollatura degli animali morti dall’asfalto. L’uomo avrebbe dichiarato al figlio, direttore del mensile scolastico del suo liceo “Hentai e fazzolettini”, di aver visto più volte decine di camion provenienti dalle ditte vicine scaricare pile di fogli a cui poi veniva dato fuoco. Uno, volando fino ai suoi piedi, avrebbe fugato i dubbi: si tratta di curriculum, vergati su quei fogli grazie a notti insonni passate davanti a un pc a compilare maledetti formati europei preimpostati e inchiostro di stampante misto a lacrime di disperazione.
Meglio inviarlo per mail, dunque. Ma la crisi occupazionale che attraversa tutta la penisola – con le sole eccezioni della testa di Renzi e l’interno coscia di Valentina Nappi – non bastano a giustificare questa cattiveria. Secondo alcuni psicologi, dietro questi roghi ci sarebbe il sadismo dei responsabili delle risorse umane, misto al delirio d’onnipotenza che imperversa nelle anime di coloro che fanno i colloqui. Talvolta, anche se certi che l’azienda non assumerà nessuno, chiedono curriculum così, giusto per sfottere un po’ i disoccupati, senza nulla da perdere dall’alto di una posizione di privilegio.
Risolto questo mistero, resta comunque l’altra grande domanda che attanaglia tutti i guidatori che animano il nostro tessuto autostradale: perché ai caselli se uno è sprovvisto di Telepass s’infila nella corsia dei Telepass?
Andrea Bonechi