GEO (VA) – Questa è la triste storia di un Testimone di Geova che non può essere più se stesso. Il suo nome è Luciano Ranger Algoritmo. Il signor Algoritmo ci riceve nella sua casa del Lodigiano, in provincia di Valdemort. Curiosamente, quando arriviamo ci viene incontro suo figlio piccolo, avrà quattro anni, che insiste per schiacciare lui il tastino del citofono di casa Algoritmo e convincere il padre a farci entrare. Dice che deve fare pratica. Dopo una dozzina di tentativi falliti, finalmente possiamo salire. Qui inizia la nostra intervista, raccontata un po’ come i bravi giornalisti di Vice, per darvi il vostro apporto quotidiano di noia spocchiosa.
Quando è iniziato il suo incubo, signor Algoritmo?
“Cinque anni fa. Ero con mio figlio a bordo di una Croma su una strada della cintura del lodigiano. Dovevamo andare alla Sala del Regno e, certo, correvamo un po’, ma solo perché, si sa, la fine del mondo è imminente. Avemmo un incidente: mio figlio ne uscì illeso, io persi sangue e le serie 1984-1987 de “La Torre di Guardia”. Mi portarono all’Ospedale delle Moleskine con un’emorragia in corso”.
E al pronto soccorso cosa accadde?
“Mi iniettarono in vena una sacca di sangue. Così, senza chiedere nulla. Anche se ero incosciente, se mi avessero interpellato sarei riuscito a citare i passi biblici che lo vietano. Anzi, se vuole glieli elenco e glieli descrivo prolissamente”.
La ringrazio, ma credo preferirei proseguire con l’intervista o morire ingoiando i biscottini che ci ha offerto.
“Pensi che ricordo anche il numero del lotto della sacca di sangue: 666. L’ho rintracciato”.
Cosa c’era dentro quella sacca?
“Era sangue di diavolo, di dimonio. Probabilmente anche extracomunitario. Credo che chi mi ha infettato sia stata la Bestia in persona. Ho letto in uno degli opuscoli che ho scritto, che certe volte si materializza con zampe caprine ma certe altre fa il turno di pomeriggio all’Ospedale delle Moleskine”.
Come fa a dirlo?
“Me lo ha detto Geova”.
Ah. E cosa è successo poi?
“Come lei ben sa è un abominio ricorrere a trasfusioni. E infatti sono stati sviluppati, per noi testimoni di Geova, protocolli terapeutici alternativi alle emotrasfusioni, come il recupero intraoperatorio, l’emodiluizione oppure lo sventolamento con ventaglio spagnolo fin quando la persona con l’emorragia non riprende il colorito naturale. Purtroppo nessuna di queste alternative è stata applicata su di me, ed è successo…”
(qui il signor Algoritmo crolla. La voce gli si spezza e comincia a piangere. Il figlio, entrato in stanza in quel momento, comincia a prendermi a calci. Questa famiglia è un po’ strana)
“Scusatemi, non piangevo così da quando incontrai uno che voleva farmi accettare per forza la dottrina della Trinità. Dicevo che è successo quello che per secoli la mia gente ha temuto: sono diventato allergico ai citofoni. E’ iniziato il mio incubo”.
Vada avanti.
“Ogni volta che andavo in giro a evangelizzare e schiacciavo un pulsante di qualunque citofono, con o senza telecamerina, dopo un po’ avevo uno shock anafilattico. Il dito diventava paonazzo, la lingua diventava paonazza, i mocassini diventavano paonazzi. Finivo per dire a chi rispondeva al citofono ‘ha qualche minuto per parlare di SGLARGHHHH!!!’… non riuscivo a portare a termine nemmeno una frase, che avevo l’attacco. Nel quartiere ormai ero diventato noto come “Il Testimone di Sglarghhh”. Tutte le mie domeniche mattina nella fascia 8-10 erano rovinate. Tremendo…”
Può dire a suo figlio di smetterla di darmi i pugni?
“Lo scusi, è arrabbiato perché non gli abbiamo fatto mai festeggiare il compleanno, è vietato dalla nostra religione. Me ne libererei volentieri mandandolo all’asilo ma è vietato dalla nostra religione. E non cerchi in giro una scodella di alluminio con cui tramortirlo: non ne troverà, non ci possiamo mangiare, è vietato dalla nostra religione”.
A un certo punto, quindi è andato in crisi
“Ho preso la decisione più difficile della mia vita: non sono andato più girando casa per casa. Ma che Testimone di Geova è uno che non può più rompere i coglioni alla gente? Noi non sappiamo nemmeno quello che vogliamo dire, la nostra missione è citofonare e basta! E sono stato quasi disassociato dalla congrega, dato che ora non posso più citofonare”.
Ha smesso di evangelizzare?
“Sì, non potevo più. Sono completamente intollerante ai citofoni. Ma ho iniziato ad allestire indagini, ascoltare altri sfortunati come me, costruire dossier. Ho fatto aprire un’inchiesta alla procura di Grottammare che poi, trasferita in Kamchatka, si è perduta tra errori e indifferenze”.
Luciano Algoritmo ha la febbre alta. Si ferma spesso. Respira male, piange. Mi vomita anche un po’ addosso. Conosce le storie di molti come lei?
“Due Testimoni di Geova su dieci hanno ricevuto trasfusioni di sangue e sono diventati mormoni. Un ragazzo è morto a 32 anni, per aver accettato l’evoluzionismo. Un dolore senza giustizia”.
Si può guarire dall’allergia ai citofoni, in Italia?
“I ricchi possono. Da noi la terapia di base costa 47.000 euro, in Turchia 1.100 euro”.
Ma ha provato con una trasfusione? Ah ah scherzo.
“…”
Senta, ma la Corte di Strasburgo?
“In che senso?”
Non so, si dice sempre così.
“Mi pare sensato”.
Ultima domanda: ma un paio di guanti?
“Vada via”.
—
Stefano Pisani