Tutto è cominciato anni fa all’Istituto Alberghiero Buzziconi di Catastro (FE), quando uno studente si è scottato un dito cucinando l’abbacchio a scottadito: un compito che gli è valso un otto, ma che ha comportato anche polemiche, pianti, gran profusione di pomate lenitive e bacini sulla bua, nonché battaglie legali culminate in un risarcimento titanico. Ciò ha indotto il preside Ildegardo Sicuranza non solo a eliminare ogni fonte di pericolo dalla sua scuola, ma anche a dar vita ad un movimento per la completa messa in sicurezza di ogni istituto scolastico del Paese.
Dopo anni di lotta e intenso lavoro in parlamento e nella società, il Movimento Apprensivi Per Prevenire Incidenti Nelle Aule (MAPPINA) ha ottenuto la sua più importante vittoria: la legge Sicuranza contro i rischi in ambito scolastico.
Il premier Renzi infatti ha visto nella proposta un’occasione unica per togliere ancora risorse alla scuola, operando tagli mascherati da norme per la sicurezza. La legge, varata alcuni giorni fa nell’indifferenza generale, prevede misure drastiche per eliminare ogni fonte di pericolo: chiusura dei laboratori, abolizione di attività pericolose come viaggi di istruzione, sport, ricreazione. Niente più gite funestate da studenti ubriachi a spasso sulle grondaie o corse campestri interrotte dall’incontro fra bambini e nidi di vespe, ma via anche distributori di bevande troppo calde e merendine misteriose, o attrezzature foriere di incidenti come forni per ceramica, graffatrici e forbicine senza punta arrotondata.
Stop anche ad esperimenti di chimica, matite troppo appuntite, pallonate sul naso, basta con gli alluci traumatizzati dalla caduta di pesanti dizionari, niente più attacchi d’asma da polvere di gessetto. I collaboratori scolastici sono stati sensibilizzati per ridurre scivoloni su pavimenti lustri e capocciate su vetri troppo puliti – anche se, a onor del vero, molti da sempre hanno operato per evitare incidenti, facendo diventare le finestre visibili come il cemento e i corridoi soffici e terrosi come viottoli di campagna.
In rivolta gli istituti professionali e tecnici e i licei artistici, che si vedono privare di ogni possibilità di insegnare a dovere materie pratiche, e le scuole dell’infanzia, che non riusciranno a tenere a bada i bambini senza plastilina, bandita per i rischi di soffocamento e di confusione col budino della mensa; ma anche scuole dedite ad insegnamenti più teorici come i licei classici dovranno affrontare grandi sfide, dato che il terrore di fastidiosi tagli ha indotto ad eliminare l’insidioso nemico dei nostri polpastrelli: la carta, ancora più letale se in forma di libro.