Vaduz – Gli immigrati premono alle porte dell’Europa e, dopo l’Austria, la paura contagia anche il Liechtenstein, uno dei primi paesi al mondo per numero di consonanti nel nome.
Il timore di un’invasione ha spinto il capo del governo Adrian Hasler a indire un velocissimo referendum tra i cittadini (si poteva votare mettendo una mano fuori dalla finestra) e a decidere di erigere un muro a protezione dei propri confini.
L’appalto è stato assegnato alla ditta Eintrachubersfullenkrauftettenstraßemannehimer SpA, già nota per aver progettato e costruito un’altra grande opera: la propria cassetta della posta. La ditta, in venti minuti, ha costruito un muro dello spessore di un chilometro lungo i confini dello stato, esaurendo quasi del tutto la sua superficie totale e rendendo praticamente impossibile per gli abitanti fare manovra con una macchina più lunga di una Smart.
Ma i liechtensteiner sono pienamente soddisfatti, nonostante qualche piccolo intoppo durante i lavori. L’impresa edile, infatti, per costruire il muro ha utilizzato degli operai immigrati e solamente al termine dei lavori ci si è accorti che gli stessi erano rimasti al di qua del muro. Tra la popolazione si è rapidamente diffuso un sentimento di panico. Si è deciso allora di indire un altro veloce referendum (stavolta si poteva votare per strizzata d’occhio) e si è provveduto a espellere gli stranieri, uno alla volta, con una catapulta del 1600.
La notizia del muro del Liechtenstein ha fatto rapidamente il giro del mondo, portando alla ribalta internazionale la piccola enclave europea. Il clamore ha avuto un impatto notevole anche sulla vita degli abitanti del luogo, come ci confermano gli anziani coniugi Bilderberg: “Grazie a questa notizia abbiamo scoperto di abitare in Liechtenstein, eravamo convinti di vivere in Lussemburgo”.
Soddisfatto il principe Giovanni Adamo II: “Ora non è più possibile entrare in Liechtenstein: saremo i soli a goderci questo paradiso fatto di studi notarili, industrie farmaceutiche e caramelle balsamiche. Ma i grandi evasori di tutta Europa stiano tranquilli: il divieto naturalmente non è valido per chi ha intenzione di portare i propri capitali nelle nostre banche eludendo il fisco”.
Eddie Settembrini