Dena(RO)- In questo clima di incertezza, dove un governo dai connotati conservatori si sta per insediare, sono molti a chiedersi se dei copisaldi della democrazia, come la legge che in Italia garantisce il diritto all’aborto, verrano rivisti o modificati. La sanità pubblica, da tempo, sta rendendo tuortuoso un iter già complicato come quello di applicare due punti di sutura al Pronto Soccorso, figuriamoci il resto: “Ormai diamo appuntamento per le prestazione del servizio sanitario solo ai sardi che vivono in Ogliastra, sì, esatto, prima del 2098 non c’è posto neanche per una radiografia”, ci fa sapere un operatore del C.U.P.
Ma perché l’Italia è piena di medici obiettori? Per loro vicinanza alla Chiesa? Perché alla vista di un feto hanno un mancamento? La lobby dei pediatri li ha corrotti per non far morire i loro futuri pazienti? Ci siamo persino ritrovati davanti medici animalisti che hanno addirittura rivisto le loro posizioni sull’omelette.
La questione è ormai politica. Sicuramente le scelte che si fanno avranno un impatto economico importante sulla società e sul singolo stesso, sia se si decida di portare avanti una gravidanza, sia se si opti per far nascere un bambino o una bambina da mantenere almeno fino a quando non sarà più adolescente, cioè all’età di 45 anni.
Ma perché far nascere a tutti i costi un bambino povero se poi, una volta cresciuto, gli si toglierà il Reddito di Cittadinanza? Queste sono le domande che in molti, a pochi giorni dall’insediamento del nuovo esecutivo, si stanno ponendo.
Ma sappiamo bene che in Italia, anche ora che il diritto all’aborto è garantito, per una donna ci sono molte difficoltà, e spesso si ritrova un medico con la foto di Adinolfi sulla scrivania.
Per porre rimedio a tutte queste lacune, le migliori cliniche private del paese hanno tuonato forte e chiaro: “Siamo assolutamente favorevoli all’aborto, e continueremo a garantirlo a tutte coloro che hanno i soldi per pagarselo“.
Sergio Marinelli