KATHMANDU – Il monte più alto al mondo fu conquistato da un arabo. Questa rivelazione pone fine all’annosa diatriba anglocentrica che vedeva i sostenitori di George Mallory e Andrew Irvine opposti a quelli di Edmund Hillary e Tenzing Norgay su chi fosse stato il primo uomo a conquistare l’Everest. Proprio ieri i ricercatori del Ev-K2-CNR, fondato da Ardito Desio alle pendici della colossale montagna (quota 5050 m.s.l.m.), in una gremita conferenza stampa hanno dato la notizia: nel 603 Maometto fu il primo uomo in vetta all’Everest. Con una spedizione che prevedeva l’utilizzo di cammelli al posto degli odierni yak. “Lo scioglimento delle nevi perenni ha portato alla luce due cammelli ancora carichi, quasi intatti. All’interno di un contenitore abbiamo trovato un turbante, un Corano con la firma di Maometto sul frontespizio, un gagliardetto del CAS, il Club Alpino Saudita, e una foto di Borghezio. Ci sono ancora molte cose da chiarire ma si tratta senza dubbio di una notizia storica per l’intero alpinismo mondiale”. Queste le parole di Giorgio Monti, capo dell’equipe di ricerca. Interpellato dai giornalisti, anche l’Ayatollah Ali Khamenei ha rilasciato un commento: “Ci siamo sempre chiesti a quale montagna andò Maometto e quale invece andò da Lui, ora abbiamo finalmente la risposta. Siamo stati pure fortunati: avrebbe potuto essere la collinetta di San Siro”.
Gli 8.848 metri dell’Everest, da oggi, sono quindi un po’ anche arabi.
John Martini