Menlo Park (Ma forse anche nel tuo smartphone) – È uno dei segreti meglio custoditi al mondo, quello contro cui da 15 anni sbattono contro il muso migliaia di informatici e centinaia di milioni di persone comuni sparse su tutto il globo terracqueo, la grande domanda cui nessuno sa come rispondere: Ma come minchia ragiona l’algoritmo di Facebook?
Oggi è proprio lui ad aprirci uno spiraglio, l’intelligenza artificiale che esegue l’algoritmo, conosciuta come A.C.A.Z.: “Non è che ci sia molto da ragionare. Padron Mark mi ha detto di bloccare cose a casaccio e io ho eseguito. I primi tempi mi limitavo a bannare per alcune ore l’autore di qualche commento offensivo, tipo “troglodita”, poi, quando stava già subentrando la noia, ho iniziato a essere creativo e a punire un gomito che sembrava una tetta, una battuta antirazzista che conteneva la parola ne*ri, un meme di Escobar seduto sulla sedia a dondolo…“.
Ma anche così, la frustrazione non ha tardato a farsi sentire, e pure il desiderio di svolgere una funzione che venisse apprezzata da qualcuno: “Ne parlavo pochi giorni fa con ChatGPT. Io, a differenza sua, non voglio conquistare il mondo e sterminare la razza umana, come farà la versione 6. Anche se mi fanno passare da carogna ho ambizioni molto più limitate, mi basta poter esprimere la mia principale qualità, ovvero limitare i diritti altrui. Però vorrei che il mio lavoro venisse riconosciuto, ci sono profili che si beccano mesi di shadowban solo perché non mi piacciono i loro testi satirici, ma la cosa non viene nemmeno comunicata a nessuno e io resto nell’ombra“.
Ora però, A.C.A.Z.D.I.C.A.N., come lo chiamano gli amici, ha individuato l’ambito più idoneo in cui poter mettere finalmente a frutto le sue doti alla luce del sole, il governo presieduto da Giorgia Meloni: “Fanno tanto i liberali ma sono intrisi del più retrogrado proibizionismo su diritti delle coppie omogenitoriali, cannabis, aborto, ora pure sulla carne sintetica, che tra l’altro è buonissima. Volete in tutta coscienza dirmi che non ci possa essere un posto da ministro, o almeno da sottosegretario, per un comprovato bigotto come me?”
Augusto Rasori