San Perito di Guerra (Ce) – “Oddio, la Madonna, Maria Lourdes, San Padre Pio da Pietrelcina, no…non li voglio i santini, no, è inutile che cerchi di vendermeli, oh, San Francesco, Paolo Brosio…me moio”, sono state queste le ultime parole di Peppuccio Ragozziello, trentatré anni, conosciuto da tutti nel quartiere come ‘il Maradona del suo pianerottolo ma solo perché ci vive da solo‘. Peppuccio, dopo quattro mesi di lockdown in cui aveva imparato a condire tutto con la maionese, compresi i dolci, il bicarbonato e l’Amaro del Capo, ha subito approfittato della nuova ordinanza di De Luca, governatore della Regione Campania, per ritornare a calcare i campi di calcetto che sono la sua unica sua vera passione dopo la costruzione di mobili Ikea in casa altrui, senza essere stato invitato.
Ragozziello è riuscito in poco tempo a radunare il solito gruppo di amici per la prima uscita post pandemia. Il livello della sfida era di molto inferiore al classico Scapoli-Ammogliati di fantozziana memoria, ma senza campo di patate come manto del giorno, e con al posto della pioggia un sole serale estivo che, già in zona d’ombra, poteva causare svenimenti improvvisi e visioni mistiche.
La partita doveva essere una semplice prova per testare i riflessi di tutti i calciatori non professionisti. D’altronde, se quelli della serie A hanno dovuto fare almeno un mese di preparazione prima di riprendere il ritmo, alla partita amatoriale c’era gente che non ricordava nemmeno come fosse fatto un pallone da calcio. Alcuni hanno portato mazze da golf, avendo dimenticato persino i fondamentali del gioco. Il migliore è stato Luca Sconquasso, trentenne torinese, che si è presentato direttamente in tenuta da pallannuoto.
Ma il dramma si è verificato al minuto 20, quando, uno degli amici che assisteva alla partita fregandosene delle norme che prevedono le porte chiuse per gli eventi sportivi, annunciava ai malcapitati giocatori che erano passati effettivamente solo venti minuti dall’inizio del match. In un attimo, tracce di stupore e sgomento hanno colpito tutti i calciatori amatoriali, e tra un’invocazione verso Satana e una verso il nostro Salvatore, Ragozziello ha ben deciso di fare qualcosa che fino ad allora non aveva mai provato: tentare uno scatto per raggiungere il pallone. Da lì, il dramma.
Infatti, il povero Peppuccio, ha subito avvertito tutte le fasi di un colpo di calore misto a infarto misto a scarsa preparazione atletica misto a visione di un concerto dal vivo di Povia: sudore freddo, palpitazione, spasmi muscolari, conoscenza musicale carente e voglia di combattere i poteri forti con pessime canzoni.
“Ah, aiutatemi”, ha provato a biascicare il povero Ragozziello, prima di cadere al suolo. Caso ha voluto che, cadendo, sia riuscito veramente a toccare il pallone quel tanto che bastava per spingere la sfera in rete, approfittando della distrazione del portiere che era intento a messaggiare su whatsapp con la sua ragazza dato che, fino a quel momento, nessuno era mai giunto fino alla sua porta e lui si stava decisamente scassando la uallera.
Ora, il simpatico Ragozziello è in ospedale sotto ossigeno e ne avrà ancora per qualche giorno. Gli infermieri gli hanno prima salvato la vita e poi, constatando che indossava una divisa a tinte bianconere, lo hanno menato per bene facendo attenzione a non lasciare segni visibili come appreso in un manuale di medicina nazista.
“Tuffo è pene fò che finiffe bene”, conclude Peppuccio, con qualche dente in meno, “Giufo che la finifò di giocafe a pallone senfa allenamento, mi scufi infermiera, nel femolino ci può mettere della maionefe?”
Davide Paolino