Disfatta (PD) – “Senatore Renzi, avete perso Siena!” “La Bilirubina è perfetta: la diretta è 0.2” “Come?” “L’indiretta è 0.6”
È un Matteo Renzi raggiante mentre analizza i risultati e le analisi del voto dei ballottaggi che hanno rappresentato l’ennesima debacle per il Partito Democratico.
“I globuli bianchi? Centratissimi: 7.000 al millilitro cubo!”
“Ma avete perso Pisa, senatore, Pisa!”
“No no, checché se ne dica sono impeccabili anche i globuli rossi: 5 x1012! Ma poi, diciamocela tutta, Pisa Merda!”
A quanto pare non c’è davvero verso di incrinare il suo inscalfibile buonumore, nemmeno quando gli diciamo della sconfitta a Massa: “Ma quelli non son manco toscani! E comunque, ragazzi, ma di che stiamo parlando? Ho 375.000 piastrine per mm3!”
Insistiamo sul crollo preoccupante del suo partito nella sua regione ma lui prosegue imperturbabile: “I numeri, signori, sono i numeri l’unica cosa che conta! Intanto, Firenze è rimasta a noi. Per favore, parliamo di cose serie: la glicemia è 100 milligrammi per decilitro. Lo so, sembra alta, ma è quella alterata, cioè dopo i pasti e considerato che sono due mesi che mangio ininterrottamente pop corn, direi che è ottimale, anche se i miei figli cominciano a chiamarmi Jabba the Hutt”.
Proviamo ad allontanarci dalla sua regione, sperando in una maggiore lucidità: “Onorevole il PD ha perso Imola, roccaforte della sinistra da 73 anni!”
“Per forza, a 73 anni si è rincoglioniti! Lo vedete che avevo ragione io a volerli rottamare tutti? Comunque visto che parliamo di Imola i miei tempi di Protrombina hanno ottenuto il miglior tempo: 10 secondi e 8 decimi, altro che Vettel!”
“E di Ivrea, capitolata per la prima volta anche lei, che ci dice?”
“Ah, Ivrea, le arance! Nessunissimo problema anche lì. La mia vitamina C è di 1 milligrammo ogni millilitro di sangue, se non è uan vittoria questa!”
“Insomma, senatore, lei è convinto di non aver sbagliato nulla in questa campagna elettorale e non solo?”
“Guarda, in effetti, forse un errore l’ho commesso. Ho il colesterolo a 400, che sia colpa dei pop corn?”
Ancora una volta scoraggiati dall’anodina e autolesionista impermeabilità alle critiche di quello che doveva rappresentare la grande promessa della politica italiana e invece ha perso 33 Comuni su 59 in due settimane, prendiamo tristemente congedo da questo novello Howard Hughes non prima, per educazione, di aver finito la terribile birra calda che ci aveva offerto.
“Ragazzi” – ci dice prima di uscire – “ora dovrei fare l’analisi delle urine ma non trovo più il bicchiere in cui avevo pisciato, che, per caso l’avete visto?”
Augusto Rasori