LUCHERAGHEI (PD) – A nulla sono valsi gli sforzi dei genitori dei bambini della scuola primaria “C. Malgioglio”, che in passato avevano già lottato e vinto contro i libri scolastici -etichettati come ‘ gender’- tra cui il pericolosissimo libro di grammatica A come Amore, B come Bisex.
Questa volta, la tragedia si è consumata, anche se nessuno aveva previsto che potesse accadere così all’improvviso. “E’ bastato un semplice compito a piacere” racconta in lacrime la trentxenne Maestra Marinella, che non riesce a darsi pace. “Quel giorno il professore di religione era ai domiciliari per abusi sessuali su minori e dovevo occuparmi io della supplenza. Non potendo riprendere la lezione di Don Agostino perché la magistratura aveva sequestrato il registro, ho preferito assegnare ai bambini un innocuo disegnino a piacere, visto che avevamo vietato da regolamento interno i pensierini dopo. Sapete, a novembre, un alunno della III B aveva citato involontariamente Lenin“.
E dal giorno di quella supplenza, uno dei bambini, quello che aveva disegnato un arcobaleno, è diventato incontenibile. Incapace di mantenere la calma durante l’ascolto di brani come Y.M.C.A. o I will survive, il fanciullo ha anche iniziato a rispondere alla domanda “cosa ti è successo” con un semplice ed evasivo “niente”. Questi sintomi, hanno subito messo in apprensione sua madre che, come ogni buona genitrice, si è rivolta con urgenza a degli esperti, scrivendo nel gruppo Whatsapp della classe dal quale ha ricavato preziosi consigli su rimedi naturali, dall’ascolto di album di Povia all’esorcista. Ma il verdetto, alla fine, si è rivelato implacabile: “Il bimbo è gay”.
La scuola è corsa subito ai ripari. Stamattina il Dirigente Scolastico ha infatti comunicato la sospensione a tempo indeterminato della docente Marinella e ha immediatamente rimosso l’arcobaleno del corridoio, quello che era stato disegnato dai piccoli della II A (e anche un’ape sorridente di gommapiuma che pendeva dal soffitto, per prevenire potenziali shock anafilattici). Tutto questo non è però bastato a placare l’ira dei genitori del piccolo che hanno comunque fatto sapere, tramite il loro avvocato, che procederanno con un’azione legale contro la scuola. “Speravo di giocarci a Call of Duty e invece ha voluto comprare Just Dance“ racconta il padre ormai stremato, senza neanche la forza di picchiare l’insegnante.
Vittorio Lattanzi