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Bloccano il traffico in difesa di Salvini e vengono arrestati in base al Decreto Salvini 

Roma – Milano – Napoli – Torino e in tutto il resto d’Italia – Brutta giornata per Ada Abano, Bruno Abate, Carlo Abete e gli altri 2.470.315 italiani che il 25 settembre 2022 hanno votato per LSP – Lega Salvini Premier – che ormai potrebbe pure cambiare nome ma al ragazzo piace fantasticare – e che si sono ritrovati con le manette ai polsi dopo essere scesi per le strade in segno di protesta contro la richiesta di 6 anni di carcere nei confronti di Matteo Salvini, accusato del sequestro della nave Open Arms.

Come se, infatti, non fosse bastato il corteo di prefiche illustri, da Giorgia Meloni ad Antonio Tajani, alle Erinni Ceccardi, Sardone, Tovaglieri, passando per Belpietri, Sallusti e Cerni vari, che da giorni si lagnano senza posa dell’ingiusto e dittatoriale trattamento riservato al povero ministro, ovvero essere sottoposto al giudizio di uno dei legittimi poteri dello Stato, anche comuni cittadini hanno prontamente manifestato la loro volontà di schierarsi accanto all’imputato, al punto di mandare in tendenza l’hashtag #IoStoConSalvini e di chiedersi come si potranno trovare così tante celle.

Proprio sotto a uno dei post a difesa del perseguitato leader leghista, la signora Aida Pontida ha lanciato l’idea decisiva: “Scendiamo in piazza e blocchiamo l’Italia“.
A quel punto, i milioni di sostenitori del Capitano, ispirati da quelle parole perentorie, si sono radunati in tutte le piazze e le strade del Paese e hanno fermato qualsiasi attività in corso, bloccando stazioni, aeroporti, ponti, caselli autostradali e quant’altro.
È stato a quel punto che le forze dell’ordine si sono trovate costrette ad applicare il famigerato Decreto Salvini, quello contro il reato di blocco stradale, sanzionato, se il fatto è commesso da più persone, con la pena della reclusione da 2 a 12 anni, a meno che non ci si spacci per agricoltori e si utilizzi un trattore.

Mentre migliaia e migliaia di suoi supporter in tutta Italia venivano tratti in cella (circa 1500 sostenitori ciascuna, a dispetto delle proteste di Ilaria Salis), il ministro dei Trasporti stava gongolando per i due milioni di visualizzazioni ottenute dal suo video in cui si è dichiarato colpevole di aver difeso i confini dello Stato.
Si sa, a tutti piace farsi una bella risata.

Augusto Rasori

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