Bologna – Dopo lo sgombero da parte della Polizia, il clima intorno alla Biblioteca di Discipline Umanistiche dell’Università di Bologna sembra andare verso la normalizzazione. La situazione si era fatta tesa dopo la decisione di inserire i tornelli all’ingresso della biblioteca per impedire l’accesso ai punkabbestia, ed era degenerata quando sono stati aggiunti altri tornelli più bassi per impedire l’accesso anche ai cani dei punkabbestia.
L’accesso controllato è stato introdotto, principalmente, per contrastare il fenomeno dello spaccio di droga all’interno della biblioteca. Ma proprio su questo aspetto decisivo oggi le parti sembrano aver raggiunto un accordo: le sostanze stupefacenti continueranno ad essere spacciate in biblioteca ma solo da personale bibliotecario appositamente formato.
I consumatori potranno scegliere la droga da un catalogo o direttamente dallo scaffale (dove sarà sistemata rispettando la classificazione decimale Dewey) oppure potranno comunicare al bibliotecario il loro stato emotivo e farsi consigliare la sostanza più adeguata. Un probabile dialogo potrà essere questo:
– Mi trovo in uno stato di tristezza meditativa, cosa mi consiglia?
– Un libro di poesie di Baudelaire.
– Voglio la droga.
– Ok, allora abbiamo dell’assenzio nel reparto “droghe antiche”.
Nel catalogo sarà disponibile anche la nuovissima droga chiamata Thc, i cui effetti terrificanti sono stati denunciati in esclusiva da questo provvidenziale servizio del Tg3 Piemonte. Prevista anche l’attivazione di un servizio di prestito interbibliotecario che coinvolgerà, principalmente, alcune biblioteche colombiane.
Ma la novità più rilevante è che la “bibliodroga” potrà essere solo presa in prestito: dopo averla assunta gli utenti avranno un mese di tempo per restituirla. “Come ciò potrà avvenire non lo abbiamo ancora capito – afferma il direttore della biblioteca – confidiamo nel fatto che l’uso di tali sostanze ci apra la mente e ci consegni la soluzione” .
Favorevoli all’accordo anche i responsabili del Collettivo Universitario Autonomo (CUA): “Siamo troppo limitati per comprendere davvero la proposta. Abbiamo capito solo ‘droga in biblioteca’ e per noi, cioè, è ok”. Lapidario il commento dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB): “Per noi va bene tutto basta che in biblioteca fate silenzio!”
Il testo dell’accordo (che gli studenti hanno firmato, rollato e fatto girare) non prevede, però, nessun passo indietro sui tornelli: “I tornelli all’ingresso rimarranno. Vogliamo che in biblioteca entrino solo i tossici regolarmente iscritti all’Università, tutti gli altri vadano a drogarsi altrove”.
Eddie Settembrini
(Un ringraziamento a Vittorio Lattanzi per la sua preziosa consulenza sulle cose dei drogati)