Pra (TI) – Prime difficolta per Carlo Calenda nella costruzione di un’ampia alleanza di liberali e riformisti in vista delle elezioni europee. Dopo aver incaricato l’unica persona della quale si possa fidare (se stesso) di stilare una prima lista che includesse solo personalità sinceramente liberali e – soprattutto – prive di qualunque sospetto di populismo, l’unico leader credibile con cui potersi alleare senza brutte sorprese è risultato essere un certo Carlo Calenda. “Omonimo?” ha chiesto Calenda a se stesso. “No, proprio lui. Cioè tu. Cioè io”. “Un po’ me l’aspettavo” ha infine chiosato.
Purtroppo, infatti, oltre ai politici che sono sempre stati affetti dal populismo come:
Giorgia Meloni e Giuseppe Conte
questo brutto male ha contagiato anche i politici più insospettabili, come:
Stefano Bonaccini
Pierfrancesco Majorino
Matteo Renzi
Forza Italia e il Partito Democratico nella loro interezza (con eccezione, ovviamente, di quelli che per evitare il contagio sono passati ad Azione)
Matteo Renzi un’altra volta
Emma Bonino
e addirittura Publio Clodio Pulchro
Ma ci sono altre grane in arrivo. Infatti, una volta chiusa la coalizione (sperando che il patto siglato non venga rotto all’ultimo secondo da Carlo Calenda), bisogna trovare i voti. E Calenda ha reso noto che non ha nessuna intenzione di accettare i voti dei populisti, intraprendendo un’imponente selezione anche tra i suoi stessi elettori che dovessero mostrare anche deboli sintomi di populismo.
Alla fine di quest’immane lavoro di cesellatura, Carlo Calenda è infine riuscito a individuare un ristretto gruppo di italiani non populisti: un ex attore bambino, un consulente finanziario, un ex iscritto alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (ora pentito), un ex dirigente di Confindustria, un ex dirigente Ferrari, un ex responsabile marketing di Sky, un ragazzo padre (ormai non più ragazzo) e un ex ministro. E sono tutti Carlo Calenda.
Francesco Conte