Apostro (Fi) – Ha finalmente un nome l’autore degli efferati omicidi che in queste settimane hanno terrorizzato la Toscana. Lo spietato vendicatore della lingua italiana che ha massacrato senza pietà chi si macchiava di errori come “gli ho imparato” o “c’è ne” è Devoto Oli, giovane assegnista di ricerca presso l’Accademia della Crusca.
Il cerchio delle indagini si è stretto intorno al giustiziere grammar-nazi dopo l’ultimo omicidio: Pier Ambrogio Brambilla, intellettuale milanese divenuto vice-assessore all’Istruzione del comune fiorentino di Apostro, intervenuto a un convegno dell’Accademia della Crusca sull’impiego degli anglicismi in italiano e vittima del piuttosto che disgiuntivo. Durante il suo discorso il Brambilla aveva chiosato: “E dunque, sono molteplici i campi in cui possiamo intervenire: la scuola, piuttosto che l’editoria, piuttosto che i mass media… ”. Dopo poche ore il funzionario era stato rinvenuto soffocato da una maglietta del FLPC, Fronte di Liberazione dal Piuttosto Che, recante la scritta “Arrendetevi! PIUTTOSTO CHE non vuol dire O”, ficcatagli in gola. Nesecoli aveva visionato tutti i filmati dell’incontro notando, tra i vistosi abbiocchi dei presenti, la reazione stizzita dell’Oli, che quando la vittima aveva pronunciato quelle parole aveva abbandonato la sala visibilmente alterato.
A quel punto è stato predisposto un piano accurato per catturare il presunto assassino. L’Accademia della Crusca è stata incaricata di organizzare un simposio sull’importanza dell’ortografia invitando Luca Giurato come moderatore. Al giornalista, secondo il raffinatissimo piano di Nesecoli, doveva essere chiesto di rilasciare qualche dichiarazione volutamente sgrammaticata per attirare il sospettato, ma, ancor prima che gli inquirenti potessero contattarlo, il noto volto televisivo ha annunciato, con il suo consueto eloquio brillante, una comperenza stanfa presso la sede dell’Accademia.
Devoto Oli, come previsto, ha cercato di accedere al salone delle conferenze con fare circospetto, ma è stato fermato dal Nesecoli sul portone della villa: “Cortesemente, esca i documenti”. Nell’udire il verbo uscire usato in modo transitivo, il giovane borsista è stato colto da un violentissimo raptus ed è saltato alla gola dell’appuntato ma, essendo dotato di un fisico da sollevatore di matite, è stato facilmente ridotto all’impotenza dal militare. La perquisizione dell’appartamento del sospettato, con il rinvenimento di ingenti quantità di materiale ortografico – anche minorile – detenuto illegalmente, ha confermato che si tratta proprio del famigerato serial killer degli sgrammaticati.
Gli stralci dell’interrogatorio svelano le motivazioni che hanno spinto il giovane a commettere i suoi terribili delitti: “Ho sempre provato un veemente trasporto per l’italica favella; a mio avviso, chi la adopera con disattenzione e sciatteria compie un’azione criminale gravissima, e ne consegue che vada fermato nel suo orribile intento”. All’uscita dal carcere, dove aveva assistito alla confessione di un Oli visibilmente avvilito e demoralizzato per non aver potuto completare la sua missione (“Sono troppi, là fuori! Troppi!“), l’appuntato è stato contestato da un manipolo di simpatizzanti del serial killer appartenenti ai CAGA – Collettivi Autonomi Grammaticali Autarchici – che brandivano cartelli come “L’ortografia non è un’opinione”, “Assassini della grammatica”, “Devoti a Oli”, e in un impeto inaspettato di sincerità ha ammesso di provare talvolta una rabbia simile a quella dell’omicida verso chi strazia l’italiano, e di essere quasi dispiaciuto di averlo catturato proprio a poche ore dall’arrivo a Firenze del senatore Antonio Razzi, invitato come relatore al simposio organizzato dai Georgofili “Pascuetta in Corea del Nord”.
Il valoroso appuntato è stato oggi insignito della Medaglia d’Oro al Valore dell’Arma dei Carabinieri in una solenne cerimonia alla presenza del Colonnello Glauco Sperandio: “Vogliamo conferire questa onorificenza all’appuntato Nesecoli per aver catturato un pericolosissimo assassino. Se non l’avrebbe fermato lui ci sarebbero stati ancora chissà quanti morti”. In quel preciso istante, le telecamere puntate verso il Nesecoli hanno colto un lampo assassino balenare negli occhi del valoroso difensore della legge.
Vera Gheno & Andrea Michielotto
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2) https://www.lercio.it/scrive-ce-ne-su-uno-striscione-ucciso-dal-serial-killer-degli-sgrammaticati/