[ROMA] Non ha sortito l’effetto sperato la levata di scudi in difesa di Carlo Freccero, l’autore e dirigente televisivo che nei giorni scorsi ha avanzando dubbi sulla versione di Kyiv in merito al massacro di Bucha. “A chi gioverebbe una strage? – ha commentato – Non di certo alla Russia. Esiste infatti un filmato che svela l’inganno: una macchina percorre la strada ricoperta di cadaveri e poco dopo, nello specchietto retrovisore, un cadavere improvvisamente si alza in piedi, chiedendo se c’è un ruolo di comparsa anche per il cugino”.
Dopo aver messo in discussione l’autenticità dei cadaveri civili ucraini, quest’oggi Freccero ha fatto parlare di nuovo di sé. L’ex direttore di Rai 2, mentre passeggiava a Roma in Via del Babuino, davanti ai tanti negozi, ha affermato di aver visto muoversi un manichino in vetrina.
“Naturalmente sono entrato per avvertire la commessa della messa in scena che avevo smascherato. Ecco cos’è successo: stavo osservando un’interessante giacca da uomo, quando a un certo punto il manichino si è mosso, probabilmente per aggiustare una piega che rendeva l’abito meno accattivante ai miei occhi abituati allo spettacolo del prime time. Questo naturalmente non è accettabile – continua Freccero – è pur sempre una manipolazione della realtà!“.
Il titolare del negozio richiamato dalla commessa non ha creduto alla storia della manipolazione e la polemica è divampata. Il critico televisivo ha così indetto una riunione della commissione “Dubbio e Precauzione”, invitando le menti più illuminate del pianeta, come Red Ronnie, il Generale Pappalardo e Luc Montagnier che, pur essendo morto, si è mosso anche lui per l’occasione.
Sulla vicenda si è espresso anche il prof. Orsini: “È sicuramente propaganda degli esercenti che con forza vogliono abbattere le nostre inibizioni forzandoci ad acquistare i loro prodotti”. “Io li lascerei fare tutto quel che vogliono”, ha poi aggiunto.
Ore dopo, la Commissione, con Freccero in testa, si è recata davanti la vetrina incriminata, per esaminare il fenomeno attraverso un meticoloso test di verifica chiamato “Un, due, tre, stella!”. Inizialmente il gioco è stato svolto con scrupolo davanti ai manichini per cercare di mostrare a tutti lo strano comportamento. Ma è stato interrotto poco dopo quando qualcuno ha urlato “Si è mosso!” rivolgendosi, non al manichino, ma al medico psichiatra chiamato dalla commessa.
Mattia F. Pappalardo