Washington (DC) – Tutto si può dire del 45° Presidente degli USA, ma non che stia con le mani in mano. Purtroppo. L’ultima trovata del vulcanico inquilino della Casa Bianca è senza precedenti: cancellare uno Stato, espellendolo unilateralmente dagli USA.
L’inedito provvedimento colpisce le Hawaii, che dal prossimo 19 giugno non saranno più il 50° Stato dell’Unione. Le motivazioni non sono ancora chiare – da alcuni tweet par di capire che Trump non abbia apprezzato la scarsa partecipazione delle Hawaii alla I Guerra Mondiale e l’ancor più esile contributo alla lotta per l’indipendenza, mentre secondo voci di corridoio l’Amministrazione vorrebbe far pagare al piccolo Stato la sua stretta osservanza Democratica.
Non manca chi fa notare come questa mossa non sia che l’ennesimo esempio dell’ossessione di Trump per Barack Obama, nato appunto ad Honolulu. Stavolta non si tratterebbe di un ulteriore provvedimento mirato a eliminare anche la memoria di Obama, come lo smantellamento della riforma sanitaria, il rovesciamento delle politiche ambientali o la distruzione dell’orto dell’ex First Lady, bensì una piccola, magari meschina vendetta contro lo Stato che ha dato i natali all’indimenticabile predecessore: ma quando mai Trump si è fermato di fronte alla meschinità?
Sembra infatti che la mossa sia stata voluta da The Donald per dare un minimo fondamento postumo alla sua tesi che Obama non fosse nato su suolo americano e quindi sedesse abusivamente nello Studio Ovale: ma il suo sogno di far dichiarare nulla la presidenza Obama si è scontrato con l’impossibilità di far partire gli effetti del provvedimento a prima del 1961.
Il Presidente, dicono i ben informati, probabilmente supererà la delusione prima di aver imparato a pronunciare correttamente la parola “irretroattività”, e sarà presto pronto per nuove pirotecniche iniziative, come dichiarare illegale l’essere di colore o l’essere il Sole.
Rosaria Greco