Roma (Draghi S.p.a.) – A pochi giorni dal Natale, una nuova assemblea di Confindustria ha scaldato la sede della Capitale, in viale dell’Astronomia civico numero 30, e 31, e 32, e 33, e 34, e 35 e così via ad libitum. Dopo lo straordinario incontro di maggio che ha portato a una soluzione definitiva per le morti sul lavoro, stavolta il leit motiv dell’assemblea era la festività per eccellenza: il Natale. Gli altri argomenti dell’incontro erano: la gioia di stare nella propria dimora invece che a fatturare (o a giocare a golf), l’entusiasmo di passare del tempo con i propri familiari invece che con tre lap dancer conosciute a un meeting di affari, la derisione dei filantropi caduti in rovina.
“Basta con quest’idea della festa”, ha affermato il miliardario con una passione per l’antica Grecia, Adrian Veidt, prendendo la parola, “i subordinati devono imparare a capire l’importanza del fatturare ventiquattrore su ventiquattro, sette giorni su sette, tutti gli anni della loro vita! Ho notato che alcune multinazionali, in questi anni, hanno già perseguito questa mia idea ma continuano anche loro a perorare la cattiva abitudine del giorno festivo di Natale, Santo Stefano, Capodanno, Pasqua, Ferragosto. È così che si crescono generazioni di lavativi, e poi non lamentatevi se i russi ci vogliono annientare perché sono più pragmatici. Sono errori del genere che mi portano poi a lanciare calamari giganti su Manhattan”.
“Sono d’accordo”, ha confermato Grimilde, sovrana senza cognome di uno stato sconosciuto, ossessionata lievemente dalla sua bellezza, “e poi dobbiamo dirlo: la manodopera non è più come quella di una volta. Affidi un compito semplice a un collaboratore esterno e quello ti porta una cosa per un’altra e sei costretto a elimi…licenziarlo per giusta causa. E si lamentano pure mentre li getti nelle segrete e poi te ne dimentichi, incredibile!”
Ma sul vero argomento della serata, tutti i partecipanti all’assemblea straordinaria di Confindustria hanno dato impressione di essere d’accordo. “Il Natale di sabato”, ha affermato Lex Luthor, miliardario con un odio smodato verso i tizi in calzamaglia, “è una bella idea. Sia per i nostri dipendenti che per noi. In un solo colpo eliminiamo un giorno di festa inserendolo in un altro giorno di festa (per alcuni). E il 26 dicembre, che ancora noi imprenditori non ci capacitiamo del perché sia festivo, è ottimo di domenica. Propongo di chiamare chi sappiamo noi e confermargli che da quest’anno e per sempre Natale sarà di sabato e il 26 sarà di domenica. E chi si è visto si è visto”.
Un enorme grido di giubilo ha fatto capolino tra tutti i membri di Confindustria, anche quelli che per tutta la durata dell’assemblea non avevano smesso per un solo attimo di scudisciare degli operai ritrovatisi lì per puro caso.
“D’altronde anche la Pasqua viene sempre di domenica. Perché non fare così anche con Natale?”, ha chiesto poi Luthor ancora galvanizzato. “Che poi in realtà potremmo fare come in Giappone che il 25 dicembre è un giorno normalissimo e vanno a scuola e al lavoro. Il massimo del loro festeggiamento per il Natale è ingozzarsi da KFC, senza alcun motivo logico. Ma lo fanno per far girare l’economia delle multinazionali. Viva il Giappone. Viva il Natale di sabato. Abbasso Superman”, ha urlato il miliardario. “Abbasso Superman”, hanno risposto tutti i presenti, compreso il magnate benefattore Bruce Wayne.
Davide Paolino