Roma (Casaleggio Entertainment) – “Abbiamo iniziato da nemmeno un mese e qui è già tutto nel caos: Renzi che minaccia la scissione, Conte che inizia a credere di essere davvero un premier, Di Maio che manda i messaggini con in cuoricini a Salvini, il governo che va già sotto per la prima volta, Conte che inizia a mandare foto hot alla Merkel, Draghi che salva le finanze italiane ancora una volta e giura che a Novembre scende a Roma a farci un culo così, Renzi che minaccia una scissione nella scissione, Zingaretti…vabbè Zingaretti non fa nulla, Renzi che finalmente dopo anni veramente fa la scissione, perdiamo più di quaranta parlamentari e pure tre posti nel parcheggio del Parlamento, un disastro. L’unica soluzione era puntare sul nostro cavallo di battaglia. Cioè no, più che un cavallo una giraffa; malnutrita, aggiungo”, a parlare è un noto esponente politico, ex segretario del Partito Democratico, che vuole rimanere anonimo e che chiameremo amichevolmente Pierluigi Bersani, solo omonimo del famoso trombettista americano, che concorda con il Premier Conte nel chiedere l’aiuto di un altro ex leader del Pd.
“Discutendo con il premier abbiamo capito che l‘unico che poteva salvarci – afferma Bersani – da una situazione che, come al solito, creiamo noi da soli senza attendere attacchi esterni, era il buon Piero Fassino, santissimo Piero e chi l’ha creato. Piero ha quest’abitudine malsana di fare previsioni, di invitare la gente a sfidarlo, di sentirsi sicuro di sé, cosa che nel PD succede a molti senza averne la capacità oggettiva. Fassino già in passato ha invitato Grillo a fare un partito (e poi l’ha fatto e abbiamo perso), ha invitato la Appendino a sconfiggerlo alle elezioni comunali a Torino (e poi l’ha fatto e abbiamo perso), ha auspicato trent’anni di Salvini al governo (e poi ha stravinto le europee e quindi abbiamo perso, anche se fingiamo di aver vinto anche noi). Insomma: una sciagura immane ogni volta che parla. Ma stavolta non andrà così”.
Infatti è proprio di queste ore la dichiarazione di Fassino sulla decisione di Matteo Renzi di fondare una nuova sede di Forza Italia a livello nazionale, chiamarla con un nome diverso, e quindi di uscire dal Partito Democratico, causando una scissione che era decisamente evitabile dopo aver formato un nuovo governo. “La scelta di Renzi indebolirà il Pd – ha detto il deputato predicatore – causando una serie di cataclismi che saranno tutti concentrati nei prossimi mesi quali: la caduta del governo, il ritorno al potere di Matteo Salvini, la Presidenza della Repubblica affidata a Silvio Berlusconi, o peggio, a Borghezio, la costituzione delle ronde padane che controlleranno le strade impedendo alle persone di cibarsi o di bere prodotti non appartenenti ad aziende italiane (quindi portando la gente alla fame nel giro di qualche mese), la riapertura delle case chiuse ma solo con sosia di Matteo Salvini come entraineuse, la creazione di un vero ed unico partito di sinistra che si unirà tipo robottone dei Power Ranger e durerà lo spazio di uno scontro politico, poi si cristallizzerà in centoventi piccoli partitini che non raggiungono lo 0.3% a testa, ed infine la vittoria contestata dello scudetto da parte del Lecce, che sarà l’inizio della guerra di indipendenza del Sud. E tutto questo per colpa di Matteo Renzi”.
Le dichiarazioni di Fassino sembrano aver soddisfatto Pierluigi Bersani che, ricordiamo, è solo un omonimo del famoso maratoneta canadese: “Con queste previsioni siamo ben certi che ora dureremo altri quattro anni, con Fassino non si scherza: se lui dice una cosa è sicuro che avverrà il contrario, quindi niente caduta del governo, niente robottone gigante, niente scudetto al Lecce e così via. Grazie Piero”.
“Renzi comunque – conclude Bersani – è un figlioendrocchia universale. Che nel linguaggio politico significa che è un essere poco lungimirante dotato di un ego smisurato, è per colpa di gente come lui che in questo momento nel PD mancano persone dotate di una capacità politica superiore e con una netta visione del futuro e sì, sto parlando certamente di Pippo Civati, come sapeva scindersi lui, mai nessuno più”.
Davide Paolino