Ferrarel [LE] – Le elezioni per il Parlamento europeo si avvicinano e, come ogni quattro anni, la campagna elettorale è entrata nel vivo. Fortunatamente, anche se abbiamo la guerra in Europa e in Medio Oriente, l’inflazione fuori controllo con gli stipendi con il potere d’acquisto fermo ai valori di 30 anni fa, la scuole e la sanità pubblica allo sbando e il pericolo comunismo che aleggia sul Paese, ci sono ancora politici con la schiena dritta che si occupano delle cose che interessano davvero le famiglie italiane.
I conservatori, con la Lega in prima fila, infatti, stanno lottando per scongiurare la legalizzazione della cannabis, come accaduto in molti altri paesi, non ultima la Germania. La loro lotta dura e pura per ora è stata indirizzata verso i negozi di cannabis light che a parere di molti andrebbero sì chiusi, ma solo perché sono utili quanto la birra analcolica, il caffè decaffeinato o un dibattito televisivo fra le leader dei due principali partiti italiani. Secondo la Lega e il suo leader Matteo Salvini, la cannabis light è sempre droga e quindi, come la cannabis normale, alla fine non farebbe altro che portare chiunque la utilizzi ad usare droghe pesanti come cocaina, crack, eroina o Netflix.
Esperti del settore come Carlo Giovanardi, Italo Bocchino o lo stesso Salvini, sostengono da anni che chiunque oggi consumi l’eroina ha sempre iniziato con la marijuana. Per questo anche se è una pianta e anche se non esiste in campo scientifico un solo caso di morte riconducibile alla marijuana, per il bene dei nostri figli va proibita. “Vanno bandite anche le eventuali immagini grafiche di tale pianta, perché potrebbero far venire in mente a qualcuno che possa essere bello fumarla, la normalizzerebbero, mentre sarebbe solo un passo verso la morte“. Questa la dichiarazione di alcuni politici della Lega mentre, seduti a un tavolo, stavano bevendo un ottimo vino con un etichetta recante l’effige del Duce. Naturalmente per evitare stupide polemiche pretestuose della sinistra, i leghisti si sono subito giustificati dicendo che stavano bevendo quel vino solo perché era finita la grappa con l’etichetta recante l’effige di Hitler, senza contare che le ingiuste sanzioni alla Russia non gli permettono più di consumare la vodka con l’effige di Putin.
A sostegno della loro tesi, Salvini e compagni, con quello che restava dei 49 milioni di euro, hanno finanziato uno studio che conferma al di là di ogni ragionevole dubbio le loro ragioni. Alcuni scienziati arruolati dal leader leghista hanno infatti potuto dimostrare che chiunque sia alcolizzato ha sempre iniziato bevendo acqua. La prova di questo studio sarebbe inoltre confermata a livello empirico dal fatto che il continente africano, a differenza degli altri continenti, ha un’incidenza di alcolisti estremamente inferiore a quello di nazioni che hanno a disposizione molta acqua da bere. Oltre al fatto che Salvini, da buon padre di famiglia conscio del pericolo, non ne ha mai toccata una goccia.
Fabio Corigliano
(Quest’articolo è stato scritto anche grazie al sostegno di Box)