Moscow (Mule) – Siamo qui ad assistere attoniti alla conferenza stampa di Dmitrij Peskov. E in qualche maniera siamo ammirati dalle sue abilità nel negare l’evidenza e riuscire a dare la colpa di ogni cosa agli ucraini. Ultimamente aveva, in un momento di debolezza, parlato di “significative perdite” da parte russa, ma subito dopo, era tornato sul pezzo, per poi giustificarsi dicendo che un gruppo di soldati della Azov miniaturizzati si era introdotto nel suo cervello e gli aveva fatto dire quelle cose disfattiste.
Oggi invece è più in forma che mai:
“La guerra di invasione? E’ un’operazione speciale di denazificazione di un governo con a capo un ebreo. Cosa non vi torna? Un ebreo non può essere nazista?! Perché?!“
“Che vuol dire che i neonazisti alle ultime elezioni ucraine hanno preso il 2%?! Non vedo come un argomento logico possa in qualche modo contrastare quello che dico! La logica è nemica dell’Impero Russo, come pure la verità!”
“Il missile sulla stazione di Kramatorsk? E’ ucraino! Mi pare ovvio!“
All’obiezione sul fatto che è partito da un territorio russo, Peskov ci ha risposto che sicuramente un manipolo di nazisti del Battaglione Azov si è introdotto in territorio russo nottetempo e ha preso possesso del lancia missili, per poi sparare contro la stazione ucraina.
“L’affondamento dell’incrociatore Moskva? Sono stati gli ucrain…ah no aspetta…stavolta no…una tempesta! Ecco, è stata una tempesta improvvisa nel Mar Nero. Gli ucraini hanno hackerato il sistema di rilevazione meteo per far credere al mondo che il mare fosse calmo per poi prendersi il merito dell’affondamento, maledetti nazisti del Battaglione Meteorologico Azov!”
“Ah! E ci terrei a precisare che io non porto i baffi; me li hanno disegnati sempre i soliti famigerati del Battaglione Azov, mentre dormivo. Maledetti Azov! Sono milioni e possono arrivare ovunque. Ma sicuramente ammazzando civili a caso in giro per l’Ucraina riusciremo a sterminarli! Qualche giorno fa ne abbiamo scovato uno dentro al cappello di un anziano in bicicletta! Ma vi rendete conto?!”
Arrivati a questo punto però, inaspettatamente c’è stato il crollo. Ed è avvenuto grazie ad una domanda sul nostro grande sociologo del terrorismo e attore mancato di arte drammatica, Alessandro Orsini.
“Orsini? E’ un grande esperto di geostrategia, una persona imparz…. oddio no, questo è troppo! Non ce la faccio… PRRRRRRRRRRRR!”
Con grande stupore da parte dei presenti, improvvisamente Peskov ha iniziato letteralmente a scorreggiare dalla faccia. E a quel punto, fra le risate trattenute a stento dai giornalisti in sala, si è alzato per poi allontanarsi rapidamente.
“Vedi? – Mi dice un collega russo non allineato, ma stranamente libero (e, soprattutto, vivo, NDR.)
– quando inizia a dirle troppo grosse, poi gli succede questo: la faccia si modifica e inizia paurosamente ad assomigliare a un culo. A quel punto non riesce più a parlare, se non emettendo quelle strane flatulenze verbali”.
E non si può certo dire che siano le scorregge le cose più disgustose uscite dalla bocca di Peskov in questi giorni di guerra.
Federico Graziani