WASHINGTON – Mentre questo articolo viene scritto, siamo a 71.461.184. Non stiamo parlando solo dei voti ricevuti finora da Joe Biden (record, in occidente, per elezioni non svolte in una formicaio) ma anche del numero delle cause che Donald Trump ha detto che intenterà a breve: una contro ogni singolo elettore americano che ha votato per il suo avversario. “Fermate la frode: tutti quelli che hanno votato Biden sono colpevoli di concorso in frode democratica, e io li trascinerò in tribunale, a cominciare da Melania” ha twittato il quasi prossimo ex presidente degli Stati Uniti.
Trump è sicuro di poter vincere ognuna delle 72 milioni e passa di cause [mentre scriviamo il numero è aumentato], che dovrebbero concludersi nel ragionevole tempo di circa 15 generazioni di avvocati, al termine dei quali The Donald si dichiarerà 139mo Presidente degli Stati Uniti.
Intanto, tradendo una lieve sfiducia nell’esito di questa audace strategia, è già cominciata la costruzione della Presidential Library, la libreria dedicata a ogni ex Presidente, che nel caso di Trump conterrà i volumi essenziali alla sua formazione: la Bibbia, la collezione completa dei numeri di Playboy dal 1958 al 2019, il Mein Kampf (versione per bambini), carte da gioco con le donne nude disegnate sopra, paperelle di plastica gialla.
Trump ha decisamente criticato la validità dei voti espressi per posta perché “non possono essere alterati da hacker russi postali”. Secondo alcune indiscrezioni trapelate dallo staff della sua campagna, Trump si sarebbe a più riprese lamentato del voto postale. “Cos’è questa ‘posta’? Cosa siamo, nel Medioevo? ‘La posta’… E io cosa dovrei fare? Mandare in giro gente col vapore ad aprire le buste e cambiare il voto? Quanto diamine di vapore esiste nel mondo? Avrei tutti gli ambientalisti addosso”. Trump avrebbe poi parlato male anche dei postini “come possiamo affidare il futuro della nostra grande nazione a gente che si fa azzannare alle palle dai barboncini ogni volta che consegna una lettera?”
Nell’attesa dell’esito dello scrutinio dei voti postali, gli elettori repubblicani sono scesi in strada a protestare a Portland, Seattle, Boston, New York e a Paderno Dugnano, per errore. A Detroit, alcuni sostenitori di Trump hanno fatto irruzione in un ufficio di conteggio dei voti pretendendo di ricominciare tutto dall’inizio, ma ricordandosi poi all’ultimo di non saper contare.
Il conteggio prosegue molto lentamente ma, per la delicatissima Pennsylvania, dovrebbe terminare nella giornata di venerdì, quando sarà aggiornato anche il numero delle bugie dette da Trump da quando è stato eletto (attualmente siamo a oltre 20mila, ma la cifra ha subito una decisa impennata nelle ultime 72 ore).
Qualora i suoi innumerevoli tentativi legali dovessero naufragare, Trump ha però pronte delle alternative tra cui il ricorso alla Corte di Strasburgo e, in extrema ratio, a Gerardo Mastrandrea, il giudice sportivo italiano che ha recentemente decretato la vittoria a tavolino per 3-0 della Juve sul Napoli.
“Ma non solo” fanno sapere dallo staff presidenziale “il presidente ha altri assi nella manica. Per esempio? La costruzione di un muro alto 12 metri intorno a Biden, per impedirgli di entrare alla Casa Bianca, oppure ripresentarsi tra 4 anni, quando ritroverà l’immensa grandezza del popolo americano, che avrà dimenticato tutte le cazzate che ha fatto”.
Stefano Pisani