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“È il ministro che finora ha sparato meno cazzate”: Calderoli preoccupa il governo

Photo Credits: Fabio Visconti

Bergamo – Grande preoccupazione per lo stato di forma di Roberto Calderoli: a quasi 300 giorni dal suo insediamento, il ministro leghista, contro ogni pronostico, risulta clamorosamente dietro a tutti i suoi colleghi nella speciale classifica delle cazzate sparate.

La notizia ha scatenato il panico negli ospedali lombardi per il timore che il Senatore, iscritto all’albo dei medici chirurghi, possa perdere interesse verso l’attività politica e pensare di usare una laurea che neanche lui ricorda di aver preso avvicinandosi alle corsie.

A dare l’allarme gli uomini del suo staff già dallo scorso mese di aprile. Dopo 3 mesi necessari a capire la loro richiesta, pronunciata in stretto dialetto bergamasco, il grido d’aiuto è arrivato a Roma: “Già a Natale eravamo convinti che per festeggiare la nascita del nostro Signore, il Ministro si mettesse a insultare Maometto. A inizio anno, non vedendogli proporre nessuna riforma da poter poi lui stesso definire una porcata, abbiamo provato a stimolarlo con ogni mezzo. Per tutto il mese di febbraio, ogni pomeriggio, appena alzato e prima di sedersi a fare la sua solita colazione con polenta e osei, gli abbiamo mostrato le foto del deputato Aboubakar Soumahoro, della moglie e della suocera, sperando che gli riportassero alla memoria il momento più alto della sua carriera politica con le dichiarazioni all’allora ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, ma purtroppo neanche un insulto.”

Il Centro”destra minimizza ma l’allerta resta alta. Il collega Sangiuliano, Ministro della Cultura, coinvolto sul tema ha dichiarato: “Calderoli? Ah sì, quello che ha scritto il Porcellum. Legge che avrei votato volentieri, anche senza leggerla, sarei stato in buona compagnia“. Ostenta serenità il Presidente del Senato Ignazio La Russa: “Roberto? Gli sto portando degli scatoloni da bruciare, vedrete che subito si ripiglia. No, gli scatoloni non vengono dalla Procura”. Segnali di allarme sembrano arrivare invece dalla Presidente Giorgia Meloni apparsa molto sofferente davanti ai giornalisti: “Non sono le scarpe e non ce l’ho nemmeno con voi. Solo con le vostre domande. Non potete venire alle conferenze stampa e stare in silenzio?”.

Emanuele Cecala

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