Milano – Non è passato neanche un mese dal definitivo acquisto del Milan da parte della cordata di Yonghong Li, che il benefico influsso della Cina ha prodotto i primi risultati (no, non sul piano delle vittorie…) per la squadra rossonera. La multinazionale Adinike ha infatti annunciato di aver stipulato con la società un importante contratto di ingaggio per la valorizzazione dei giocatori più giovani del vivaio, in particolare la fascia tra gli 8 e 11 anni della categoria pulcini.
“Siamo pronti a impiegare i bambini più dotati, volenterosi e con le dita più adatte, nel delicato lavoro di cucitura dei palloni – Ha dichiarato l’amministratore delegato della Adinike, Son Kazi – Ma abbiamo progetti anche per i più grandicelli“.
Il colosso sportivo ha predisposto un progetto che coinvolge anche tutte le altre fasce d’età: gli ‘esordienti’ tra i 10 e 12 anni, più maturi e saggi, lavoreranno ai ricami delle maglie ufficiali, i ‘giovanissimi’ fino ai 15 anni, forse un po’ troppo grandi per lo standard d’impiego nel turbocapitalismo, ma comunque ascrivibili al lavoro ‘semiminorile’, si occuperanno di cappellini e merchandising vario.
Ovviamente l’azienda non si è dimenticata delle categorie maggiori: dai 18 anni in su i giocatori del Milan ricopriranno gli stessi ruoli da adulti dei coetanei cinesi: dissidente politico incarcerato per reati d’opinione, donatore di organi dopo una sentenza di pena di morte, giornalista censurato e minacciato o burocrate corrotto.
Nel frattempo non si è fatta attendere la risposta del principale concorrente della Adinike, la Nikedas. Il colosso delle forniture sportive, sponsor dell’altra squadra milanese con capitale cinese, l’Inter, ha assicurato massimo impegno nella formazione e ottimizzazione dei vivai: “Grazie al know how acquisito nel subcontinente indiano, i nostri bambini cuciranno palloni migliori, con ancora meno salario e diritti, ma lasceremo agli storici dirigenti italiani la scelta delle fruste“.
A Milano si profila dunque un derby entusiasmante per tutti gli amanti della violazione dei diritti umani, dello sfruttamento dei bambini, delle sproporzioni economiche, del tifo violento e di tutte le altre caratteristiche che rendono il calcio il più bel gioco del mondo.
Gianni Zoccheddu