Sembra ieri quando dopo anni di battaglie, la legge Iacopucci del 1963 riconobbe finalmente il pieno diritto di voto ai mancini. Solo a partire da quella data, infatti, fu abrogato un regio decreto risalente al periodo fascista, che vietava l’uso della mano sinistra negli “affari pubblici”. Ora, a pochi giorni dal voto, le principali forze politiche sono impegnate ad accaparrarsi il voto dei mancini, che rappresentano l’ago della bilancia di queste elezioni.
Il rappresentante nazionale dell’AIMA (Associazione Italiana Mancini e Ambidestri), Edoardo Fiandre, denuncia: “A fronte di un 87% di destrimani, solo il 10% circa dei parlamentari è rappresentato da mancini, e addirittura solo il 3% da ambidestri! Se non è discriminazione questa!”.
I leader di tutti gli schieramenti cercano di correre ai ripari. Proprio in queste ore le agenzie di stampa stanno pubblicando gli ultimi disperati appelli dei candidati premier: Berlusconi ha promesso che restituirà la tassa sul mancinismo con soldi suoi, Grillo comincerà a mandare affanculo i suoi avversari con la sinistra, Giannino ha scritto sul suo curriculum di essere mancino dalla nascita e Bersani ha alzato il sopracciglio sinistro. Monti, infine, ha adottato un bambino ambidestro in diretta tv.
Il Democritico