Il Presidente della Repubblica Turca Recep Tayyip Erdoğan lancia una nuova proposta per ingraziarsi i favori dell’Europa, dopo l’accordo già siglato sul respingimento nei confini turchi dei migranti sulla rotta balcanica. “La Turchia – afferma Erdogan – è disposta a moltiplicare gli sforzi per evitare ai grassi cittadini europei il poco edificante spettacolo, proiettato dietro ai fili spinati, di cenciosi bambini che piangono in mezzo al fango, mamme disperate in cerca di acqua e pericolosi individui che tentano colpevolmente di raggiungere parenti e amici nel Nord Europa”.
Ovviamente non si tratterebbe di una operazione a costo zero, la Turchia intende ottenere dei vantaggi concreti per questo favore. Ma se nel precedente accordo era previsto lo stanziamento di 3 miliardi di euro per i costi di gestione dei campi profughi, questa volta le richieste di Erdogan appaiono un tantino più radicali: “Al fine di sostenere le spese abbiamo bisogno che per ogni profugo che torna in Turchia, l’Unione Europea ci fornisca un sacco per cadaveri”.
Viste le perplessità suscitate da tale richiesta, Erdogan si è subito affrettato a precisare che i sacchi non saranno utilizzate esclusivamente per i profughi stessi, ma anche per altre incombenze, come lo stoccaggio dei cadaveri curdi, la ricollocazione di giornalisti poco in linea con l’attuale governo, o gli imprevisti esiti di manifestazioni di protesta come quelle del 2013, costate al Paese centinaia di lacrimogeni esplosi, ettolitri di acqua sparati dai cannoni e i soldi per le esequie di 9 manifestanti morti. Il Presidente turco ha inoltre precisato che gran parte di quei sacchi per cadaveri non verranno riempiti in Turchia, ma consegnati direttamente ai profughi assieme ad una bottiglietta d’acqua da mezzo litro, che viene cosiderato un corredo sufficiente per tutti coloro che appena giunti in Turchia verranno subito accompagnati nel deserto al confine con la Siria, pronti a essere accolti tra le braccia del regime di Baššār al-Asad, o ancora meglio tra quelle del Daesh.
La proposta ha provocato un botta e risposta tra la diplomazia europea e quella turca: l’UE ha subito chiesto garanzie per tutte le persone rimandate entro i confini turchi, ma fonti di Ankara fanno sapere che si tratta di una richiesta eccessiva e che è impossibile garantire l’incolumità di tutti. L’UE ha allora chiesto che ci siano garanzie per tutte le donne e i bambini, ma i turchi hanno risposto che anche questa promessa non è assicurabile al 100%. L’UE ha allora corretto il tiro, chiedendo che venga garantita l’incolumità almeno dei profughi di età inferiore ai 10 anni: i turchi hanno risposto che faranno il possibile ma non se la sentono di azzardare previsioni. In serata sembra essersi comunque risolto l’impasse, quando da Strasburgo è arrivata la comunicazione definitiva: “Prendeteveli tutti e chi s’è visto s’è visto”.
Gianni Zoccheddu