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Fa chiamare Macron a Sibilia: Giuseppe Conte per un’ora al telefono col signor Marcon di Treviso

Fa chiamare Macron a Sibilia: Giuseppe Conte per un'ora al telefono col signor Marcon di Treviso - Lercio

ROMA – Una lunga telefonata, oltre un’ora, tra il Presidente del Consiglio ed Emmanuel Macron ha tenuto banco ieri a Palazzo Chigi. Il Premier-in-conto terzi Giuseppe Conte tornerà presto a Parigi e ha pensato di preparare il terreno per questo importante incontro al vertice con una bella telefonata rilassante. Ma quello che doveva essere un colloquio informale, quasi scherzoso tra i due potrebbe aver scritto una controversa pagina delle relazioni diplomatiche fra Italia e Francia, mai come in questo periodo ai minimi storici.
La ricostruzione dell’evento sta emergendo in queste ore. Conte, impegnatissimo in questi giorni tra l’ignorare le gaffe dei suoi Ministri e l’ignorare gli errori nei Disegni di Legge preparati dal suo Governo, avrebbe visto ieri Carlo Sibilia passeggiare trasognato per i corridoi di Palazzo Chigi, evidentemente reduce da un lungo post in cui svela che Elvis e JFK siano vivi e sposati a Panama e preparino un imminente golpe per occupare la Valle d’Aosta. “Mi trovi il numero dell’Eliseo e mi metta subito in linea” pare gli abbia intimato il Premier; celere, il sottosegretario agli Interni si sarebbe attivato e, due minuti più tardi, l’Avvocato degli Italiani avrebbe alzato la cornetta in un profluvio di “bonjour bonjour ça va ça va le jeux son fait ullalà ullalà”.
Cosa si siano detti i due politici resta top-secret, ma nel pomeriggio sarebbe trapelata un’indiscrezione decisiva: all’altro capo del telefono ci sarebbe stato per tutto il tempo Bepi Marcon, 69enne bidello in pensione di Treviso. “Stavo per scendere al bar sotto casa, un prosecchino… tre o quattro, via, non di più; saranno state le dieci, dieci e un quarto – racconta con voce rotta dall’emozione il Marcon – quando ha squillato il telefono di casa; di solito risponde mia moglie, oggi la sorte ha voluto che io fossi più veloce”. E proseguendo: “All’inizio pensavo ai soliti promoter luce e gas e l’ho mandato in mona due tre volte, ma quando ho capito che era davvero il Conte, be’, credetemi, mi si è stretto il cuore. Chiedeva di continuo ‘Posso parlare almeno con lei? Non mi sentono, glielo giuro’. Mi ha fatto tenerezza, gli ho detto di aprirsi e si è sfogato”. Ma è possibile che il Premier non si sia insospettito quando ha sentito il presidente francese parlare con marcata cadenza veneta? “Si è limitato a farmi i complimenti per l’Italiano anche se, ha aggiunto sornione, l’accento transalpino è difficile da nascondere”.

Su quali siano stati i temi toccati durante la chiacchierata telefonica, il Marcon preferisce non dare troppi dettagli, ma qualcosa si lascia sfuggire: “Gli ho detto che sarò felicissimo di ricevere in dono il bidet autografato da tutta la squadra di Governo e l’ho invitato a compiere con me il rito dell’abluzione dei genitali con lo champagne in equilibrio sul lavandino! Sa, a quel punto il ghiaccio era rotto…”

Stretto riserbo sul colloquio anche da parte della Segreteria di Palazzo Chigi anche se ambienti vicini a Conte parlano di un Premier rinvigorito dalla telefonata, pronto a varcar petto in fuori prossimamente i cancelli dell’Eliseo. Dal canto suo, lo stesso Presidente del Consiglio, ai giornalisti che gli chiedevano un commento, si è limitato a rilasciare soltanto una breve dichiarazione: “Lo facevo più tignoso, il toy boy francese. E’ per questo che, quando andrò a Parigi, io e Macron compieremo assieme un gesto simbolico ma di grande valore, a voler confermare una volta di più il profondo legame fra i due Paesi. E ora scusatemi, scappo o mi chiude il Leroy Merlin”.

Kutoshi Kimimo

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